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ANALISI – La direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha chiesto ai paesi della Zona euro di accordare più tempo agli Stati in crisi per applicare i programmi di rigore.
Lagarde ha ammesso che l’austerità indebolisce ancor più l’economia. Alcuni commentatori giudicano benefico questo cambiamento di politica del FMI e sperano che l’UE segua l’esempio. Per altri invece la proposta di Lagarde è unicamente un segnale di imbarazzo
.

Il FMI ha negoziato una svolta nella lotta contro la crisi e la Germania deve seguirlo, scrive il quotidiano spagnolo El País : “La proposta di dare più tempo all’economia spagnola e di attenuare la politica di austerità non dovrebbe restare inascoltata. Si iscrive in una riflessione globale del FMI sulle ripercussioni negative dell’austerità a oltranza.
Non si basa più unicamente su un tentativo tattico di rilancio della teoria keynesiana ma anche su studi dettagliati, che mostrano come le pressioni negative dell’austerità sulla crescita possono essere ben peggiori di quanto si pensi.
La strategia del FMI di fronte alla crisi abbandona l’attuale ortodossia estrema per andare verso in nuovo e promettente realismo. Sarebbe utile che chi prende le decisioni, soprattutto i dirigenti dell’Unione europea e soprattutto la Germania, siano numerosi a prendere atto di queste nuove conclusioni e a metterle in opera.”

Chiedendo più tempo per i paesi in difficoltà economiche, la direttrice del FMI non fa che mascherare l’imbarazzo dell’istituzione che dirige, scrive il portale web della radio tedesca Deutschlandfunk : “A breve termine, rimandare gli obiettivi dell’austerità darà sicuramente sollievo alla Grecia e sembrerà ragionevole, data la situazione disperata di Atene.
Sul lungo termine invece non funzionerà e non è nemmeno sicuro che gli altri creditori siano d’accordo, come suggerisce la reazione piuttosto secca del ministro tedesco delle Finanze alla proposta della direttrice del FMI.
In questi anni il Fondo monetario si è trasformato progressivamente in pompiere della finanza, senza disporre tuttavia del rimedio miracoloso che risolverebbe la crisi del debito.”

La proposta della direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, non risolve il dilemma che attanaglia l’Unione europea, scrive il quotidiano svedese Sydsvenskan : “Mantenere la Grecia ancora a galla per due anni, nella speranza che le riforme saranno attuate e avranno effetto costerà molto caro.
La Grecia e gli altri paesi in crisi devono riformare l’economia. Ma non si deve trasformare l’Unione europea in un’unione di trasferimento, con la mutualizzazione automatica del debito di un paese.
I principi sono importanti ma è necessario anche un certo pragmatismo.
Le richieste alla Grecia devono essere reali e avere le scadenze corrette, in quanto appare evidente il rischio che il trattamento prescritto sia fatale per la Grecia.”