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Nell’indifferenza generale, i palestinesi hanno depositato alle Nazioni Unite una nuova richiesta di adesione come “Stato osservatore non membro”.
La richiesta verrà esaminata dall’Assemblea generale il prossimo mese di novembre, dopo le elezioni statunitensi
.

Un anno dopo la grande campagna per diventare uno Stato membro delle Nazioni Unite – richiesta respinta dal Consiglio di Sicurezza – le autorità palestinesi ci riprovano, ma senza l’attenzione mediatica di dodici mesi fa.
La questione sembra non interessare nemmeno gli stessi palestinesi, che alla notizia della presentazione della nuova richiesta di adesione rispondono con un distratto “ah sì? E allora?”
Oggi solo il Vaticano possiede alle Nazioni Unite lo statuto di Stato osservatore non membro, uno statuto che non accorda il diritto di voto in seno all’Assemblea generale.
La pratica di adesione è più semplice di quella per diventare membro a tutti gli effetti. E’ sufficiente avere la maggioranza dei voti dell’Assemblea generale – che i palestinesi sono certi di ottenere – e il Consiglio di sicurezza non può opporsi.

Quale è l’interesse di questa nuova richiesta dopo la sconfitta del 2011? Il realtà l’OLP, l’Organizzazione di liberazione della Palestina, già possiede lo statuto di osservatore presso le Nazioni Unite, dal 1974, a titolo di “entità”, come l’Unione europea o come l’Unione africana.
La nuova richiesta d’adesione punta ad avere lo statuto di Stato, non più di entità. Questo è l’aspetto più importante : “Quando saremo ammessi all’Onu Israele non potrà più parlare di territori contesi. Saremo uno Stato sotto occupazione straniera. Passeremo in un’altra categoria – ha spiegato Hassan Balawi, consigliere presso il ministero palestinese degli affari esteri.

Da un punto di vista strettamente giuridico, la portata di una modifica di statuto va relativizzata. L’Onu non ha il potere di riconoscere uno Stato o un governo, ma solo un suo membro.
In altri termini, l’ottenimento dello statuto di Stato non membro non vale come atto di riconoscimento formale. Uno Stato esiste se è riconosciuto tale da altri Stati. La Palestina è riconosciuta da 127 Stati nel mondo, non da tutti.
L’obiettivo dei palestinesi è più strategico e simbolico che non giuridico : “La fondazione dello Stato d’Israele è stata fatta dapprima alle Nazioni Unite nel 1947. Perchè non può accadere lo stesso con il nostro Stato? – chiede Hassan Balawi.
Questo piano B di adesione sembra soprattutto rispondere a un’urgenza, quella di impedire – come è stato dichiarato dal presidente palestinese Mahmoud Abbas – che la causa palestinese venga dimenticata.