Stando a un portavoce dell’esercito statunitense, su richiesta del governo di Parigi gli Stati Uniti hanno messo a disposizione aerei cargo e iniziato a trasportare equipaggiamento militare e truppe dalla Francia verso il Mali.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso soddisfazione per il coraggioso intervento della Francia nel Mali, ma ha anche manifestato preoccupazione per l’impatto delle operazioni militari sui civili e i diritti dell’uomo.
Catherine Ashton, rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, ha assicurato che l’UE è molto favorevole alle azioni militari francesi e che intende avere un ruolo attivo nella risoluzione della crisi nel paese africano.
Sul terreno, la Francia ha attaccato direttamente al Qaeda nel Maghreb islamico, il più importante dei tre gruppi islamisti armati che occupano il nord del Mali, colpendo diversi obiettivi strategici, tra cui il centro di comando di Timbouctou.

Ad oggi vi sono in Mali 2’150 soldati francesi, un numero che aumenterà nel corso delle prossime settimane. Una colonna di soldati in provenienza dal Ciad e dalla Nigeria si sta dirigendo verso Gao, aprendo così un nuovo fronte contro gli islamisti.
11 giorni dopo l’inizio dell’intervento francese, che ha permesso di fermare l’avanzata verso sud delle truppe islamiste, il generale Ibrahima Dahirou Dembélé, capo di Stato maggiore dell’esercito del Mali, ha detto che la liberazione delle città di Gao e Timbouctou potrebbe avvenire fra un mese al più tardi.
Da quasi un anno queste due località sono controllate dai guerriglieri islamisti, che hanno imposto in tutta la parte nord del Mali la severa legge islamica.

Nuovi paesi hanno risposto alla richiesta di aiuto logistico e finanziario della Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’est, per il dispiegamento di una forza militare che dovrebbe raggiungere 6’000 uomini.
La Costa d’Avorio si è impegnata a fornire un “battaglione logistico” di 500 uomini, ma di questi solo una parte sarà inviata sul terreno di guerra.
Distanziandosi dalla quasi unanimità della comunità internazionale, lunedì 21 gennaio il presidente egiziano Mohamed Morsi (membro della confraternita dei Fratelli musulmani, dunque difficilmente si sarebbe espresso altrimenti), si è pronunciato contro l’intervento armato in Mali, definendolo pericoloso per l’equilibrio strategico nella regione.

In Francia, il deputato dell’UMP (destra, opposizione) Pierre Lellouche ritiene che l’intervento di Parigi nel Mali sia “improvvisazione”.
“Oggi stiamo improvvisando – ha detto – Non c’è una coalizione che aiuta la Francia. Gli europei non si affannano certo per sostenerci. E’ un po’ come se andassimo in Afghanistan da soli.”