I risultati degli esami condotti su 20 campioni di tessuto prelevati dal cadavere del presidente palestinese Yasser Arafat saranno resi pubblici in giugno.

Lo ha indicato lunedì il presidente della commissione d’inchiesta palestinese Taoufiq Tiraoui. Il cadavere di Arafat era stato riesumato, per i prelievi, il 27 novembre 2012, otto anni dopo la sua morte.

Agli esami partecipano esperti svizzeri, francesi e russi. Le loro indagini vogliono determinare se Arafat sia stato avvelenato con il polonio.
Lo storico dirigente palestinese era morto a 75 anni, l’11 novembre 2004 in un ospedale militare nei pressi di Parigi, dove era stato trasferito per problemi di salute. Dal 2002 era confinato, per volere di Israele, nel suo quartier generale di Ramallah.

Nessuna informazione chiara circa le cause della morte era stata resa nota e da sempre molti palestinesi accusano Israele di averlo avvelenato.
La tesi dell’avvelenamento, sempre smentita dal governo israeliano, è stata rilanciata a seguito della scoperta da parte dell’istituto di radiofisica del Chuv di Losanna di quantità anomale di polonio, sostanza radioattiva altamente tossica, su alcuni effetti personali di Arafat.
Questi erano stati consegnati all’istituto dalla vedova Souha Arafat, per esami atti a chiarire le cause della morte del marito.