Titolo originale: “Di preventivi e scelte coraggiose”


(fdm) Mi permetto di formulare un’osservazione, che non è rivolta in particolare all’on. Badaracco ma a chiunque. Quando si scrive “provvedimenti draconiani” bisogna sentirsi certi che non si tratti di un esercizio retorico. E dunque:
— bisogna sapere quali
— bisogna rendersi conto che una maggioranza politica dovrà volerli
— e prenderli
— infine, bisogna saper accettare che ci saranno tante facce scure.


È fine anno e sotto l’albero manca un regalo atteso: il preventivo 2014 della città. Finora il silenzio assoluto dopo gli annunci in pompa magna dello scorso giugno. Allora vi era la promessa di presentare il preventivo e il Piano finanziario entro ottobre. La musica però non è cambiata e ci eravamo illusi. Al di là di meri proclami di facciata finora il nulla. La legge è chiarissima al riguardo. Il Comune che non approva il preventivo prima dell’inizio dell’anno contabile è fuorilegge e va in gestione controllata, ossia non può operare al di là delle prestazioni correnti.

La questione assume contorni preoccupanti se si prende atto delle difficoltà dell’esecutivo a partorire un documento utilizzabile e della necessità di almeno 3 mesi di tempo per esaminarlo da parte della Commissione della Gestione. Insomma probabilmente non si approverà niente prima di metà anno. Ciò è estremamente grave perché manca una base legale per tutte le attività del Comune ed inoltre si svilisce un atto formale svuotando di significato l’operato del legislativo. Il primo vero obiettivo politico di questa legislatura è stato completamente mancato. Un fallimento che avrà pesanti ripercussioni.

Ma c’è di più. Il consuntivo 2012 si è chiuso con 35 mio di disavanzo, il preconsuntivo 2013 parla di 53 mio di deficit, il preventivo 2014 ne annuncia 51 mio. In tre anni il capitale proprio cittadino viene azzerato. Manca poi totalmente la definizione di priorità negli investimenti. Un piano chiaro e sopportabile è fondamentale per garantire un grado di autofinanziamento tollerabile. Se sarà negativo occorrerà far capo ai crediti bancari per realizzare le infrastrutture e tra poco si necessiterà anche di denaro di terzi per coprire le spese correnti.

L’altro cantiere aperto è quello della compressione delle uscite. L’annunciata riduzione delle spese, di una decina di milioni, è troppo poco. In pochi anni la città ha raddoppiato i suoi abitanti e triplicato il suo territorio. L’amministrazione comunale è sempre la medesima e si è ingrossata su una struttura vecchia ed inadatta ad affrontare le nuove sfide. Per uscire da costi ormai strutturali occorre avere il coraggio di avviare una vera riforma dell’amministrazione comunale e por mano ad una totale revisione dei compiti delegati al Comune. In concreto è necessario valutare ciò che l’ente pubblico deve veramente fare e ciò che possono tranquillamente fare i privati od altri enti specifici. Questa operazione è forse la sfida più urgente e delicata della città, con l’adozione di decisioni coraggiose ed anche impopolari. Altrimenti il destino finanziario della città non cambierà di un millimetro: deficit continui, voragini finanziarie, confusione nei comparti amministrativi, mancanza di sinergie, doppioni e spese assolutamente inutili.

Gli sforzi finora compiuti sono encomiabili ma insufficienti ed inadeguati per affrontare una situazione di vera emergenza. Per il quieto vivere fra le forze politiche si rinuncia a provvedimenti draconiani, reputando forse che la situazione migliorerà. Purtroppo così non sarà. In situazioni critiche è indispensabile un esecutivo più coraggioso, deciso e lungimirante, pronto a difendere la città dal baratro, le sue prerogative e i suoi gioielli con maggiore fermezza.

Roberto Badaracco, capogruppo PLR in Consiglio comunale e granconsigliere