Domenica 9 febbraio in Svizzera accadrà qualcosa di inimmaginabile in qualsiasi altro paese : una votazione chiederà il parere della popolazione sull’immigrazione di massa nel paese.

In effetti, dal 2007 il Consiglio federale – sotto pressione dell’Unione europea – ha autorizzato la libera circolazione delle persone, scrive Pierre Cassen sul portale Bvoltaire.fr : “Per far digerire la pillola, i dirigenti avevano promesso che vi sarebbero state solo 8’000 nuove entrate d’immigrati l’anno.
Oggi siamo a 80’000 entrate l’anno, che per un paese di 8 milioni di abitanti è l’equivalente di 650’000 entrate d’immigrati all’anno in Francia !

L’UDC ha dunque raccolto le 100’000 firme necessarie all’organizzazione della votazione e il dibattito democratico è lanciato.
Il partito di Oskar Freysinger spiega che nel 1980 la Svizzera contava 5,4 milioni di abitanti. Da quella data si sono aggiunti 1,8 milioni di immigrati, di cui 800’000 hanno ottenuto la nazionalità svizzera.
La Svizzera ha oggi il 23 % di stranieri. Se l’evoluzione della popolazione prosegue allo stesso ritmo, nel 2035 la Svizzera conterà 10 milioni di abitanti.

In Svizzera vi sono un 3% di disoccupati svizzeri e un 6% di disoccupati stranieri. Questo 6% beneficia del 47% degli aiuti sociali e il 70% dei crimini è commesso dai nuovi arrivati.

L’iniziativa dell’UDC viene condannato dall’insieme della classe politica, dai grandi manager e dalle organizzazioni sindacali, in curioso consenso.
Ma è soprattutto dall’Unione europea che giungono le minacce più forti.
Così, l’inimitabile commissaria europea Viviane Reding ha fatto sapere agli svizzeri che Bruxelles non terrà conto del risultato del voto il 9 febbraio, perchè in Europa la libera circolazione è un principio intangibile.
Gli svizzeri si vedono anche minacciati sul 60% delle esportazioni verso altri paesi europei. In pratica viene detto loro che se voteranno male i loro prodotti potrebbero restare bloccati alla frontiera !

L’Unione europea minaccia ma spera che gli elettori svizzeri rientrino nei ranghi. Possiamo facilmente immaginare la vittoria simbolica che rappresenterebbe, per gli europeisti, il voto del popolo più euroscettico del Vecchio continente su un tema tanto sensibile quale l’immigrazione.”