Bazzi 2a“Durissimo scontro andato in scena mercoledì mattina in Consiglio di Stato”.

“La riunione governativa della settimana parte già con una tanica di benzina sul fuoco”.

“La fuga di notizie sulla bozza di comunicato […] è la goccia che fa traboccare il vaso”.

“Parte lo scontro in seno al Governo. In particolare Manuele Bertoli punta il dito direttamente contro Claudio Zali. I due se le dicono di santa ragione. E nell’Esecutivo si accende una discussione tellurica”.

“Esplode la tensione…”

RissaLo stile è quello tipico – concitato, drammatico – di Marco Bazzi, che conosce e padroneggia bene il suo pubblico. Amo queste coinvolgenti esagerazioni, risvegliano in me la propensione per lo “Sturm und Drang”.

In Consiglio di Stato il clima è assai teso e nervoso. La signora Sadis è certa di non essere rieletta (visto che non si presenta). Ma nessuno degli altri 4 ha la certezza del suo destino. Nemmeno Bertoli. Nemmeno Beltraminelli. Per non nominare i due leghisti.

Il personaggio chiave di queste vigorose baruffe è indubbiamente l’ex giudice Zali. Per la sua linea politica innovativa (in ottica leghista) ma molto di più per il suo carattere anticonformista e provocatorio egli si colloca al centro dell’attenzione e del gioco politico. Quando ad esempio egli offende un folto gruppo di parlamentari chiamandoli “soldatini”, questa può a prima vista sembrare una “voce dal sen fuggita”, una parola buttata là per caso, in un moto di stizza, senza riflettere. Un consigliere di Stato non fa così. Lui però lo fa.

Attorno alla sua persona si è creata, molto rapidamente, un’aureola che si accompagna a una precisa credenza, un motto, uno slogan: “È l’unico che fa qualcosa”. Sui social alcuni blogger proclamano questa “verità” con un’enfasi quasi mistica. L’entusiasmo per l’eroe può portare lontano.

Io tengo i piedi sulla terra e mi limito ad osservare che, se è bene “fare qualcosa”, ancor meglio sarebbe proporre e fare cose sensate.