Io non so scrivere come Panebianco (mi piacerebbe) e allora mi limiterò ad osservare che il gesto di Morales appare come una provocazione imbecille. Il terreno è fertile, naturalmente.
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[…] Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, la falce e il martello del Crocifisso regalato a Bergoglio non è simbolo di giustizia ma di oppressione, il segno distintivo di una utopia che ha generato mostri. Per inciso, il gesto del presidente Morales potrebbe anche essere interpretato come un inconsapevole insulto alla memoria di Giovanni Paolo II che quel simbolo combatté per tutta la vita, nonché ai milioni di uomini che sotto bandiere con falce e martello sono vissuti in schiavitù per decenni (e una parte ci vive ancora).
In uno dei momenti convulsi che precedettero la fine dell’Urss un grande corteo si snodò per le strade di Mosca. Innalzava striscioni che, citando una vecchia barzelletta sovietica, portavano la scritta «Proletari di tutto il mondo scusateci». Coloro che sostenevano quegli striscioni non potevano immaginare che, fuori dalla Russia, migliaia e forse milioni di persone avrebbero fatto finta che non ci fosse nulla di cui scusarsi.
Angelo Panebianco