Il pensiero di questa domenica lo affidiamo a Fabio Pontiggia, neodirettore del Corriere (dal 1° gennaio), ritagliandolo dal suo ultimo editoriale.

Pontiggia-y“Dunque, liberali radicali in difficoltà, leghisti con qualche patema, UDC con il vento in poppa (le federali sono altra cosa rispetto alle cantonali), PPD tranquillo ma non troppo, PS speranzoso in ripresa. Restano i Verdi. Il sondaggio prospetta per loro un nuovo flop (sotto il 6% dei voti e fors’anche sotto il 5%), dopo quello abbastanza clamoroso delle cantonali. Le dimissioni del coordinatore Sergio Savoia di certo non aiutano; le acide accuse e controaccuse interne di questi giorni men che meno. Un partito allo sbando, quello ecologista, che dovrà rimettere assieme numerosi cocci. E non sarà un’impresa facile.”

In verità, che il Coordinatore si dimettesse o meno a quel punto faceva poca differenza. Savoia porta il peso del fallimento, il suo e quello di chi ha creduto in lui (non è un delitto e non è un disonore). Ma si era messo in mente di fare una cosa impossibile, e la politica – vorrei dire la realtà, quella che si “contrappone” al sogno – queste cose non le perdona.

Quattro anni fa Savoia fece perdere ai Sinistri un seggio al Nazionale. Lo detestarono. Se in questo tormentato 2015, dopo essersi cacciato da solo in un grosso pasticcio, glielo farà riconquistare (Deus avertat, Dio non voglia!)… non si stancheranno di benedirlo.

Post scriptum. Il famigerato 2 2 2 2  sarebbe, per noi della Destra, una gran brutta notizia.