La tesi del Municipio è nota ed è la seguente. Adesso che abbiamo un progetto [o più d’uno? ndR] potremo procedere a realizzarlo: non ci faremo condizionare dai molinari. Bisogna però ammettere che il “grado di ottimismo” è variabile, da uno all’altro municipale. Particolarmente scettico (o consapevole delle difficoltà dell’impresa) sembra essere il Sindaco.
Unica, ma granitica, sostenitrice dei cosiddetti “autogestiti” è la socialista Cristina Zanini Barzaghi. Un sostegno indubbiamente convinto, ma anche obbligato, visto il partito.
Quando la “cosa” (secondo gli auspici di Bühler) sarà stata fatta, molti si domanderanno, stupiti: “Come mai ci sono voluti 13 (o 14 o 15 o 16) anni?”
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Sull’ex Macello e i cosiddetti “Molinari” si è detto e scritto di tutto in questi ultimi tredici anni, senza però mai giungere a una soluzione definitiva. Siamo dinanzi a una sorta di convivenza forzata sin da quando furono sgomberati dal Maglio di Canobbio. Tredici anni di coabitazione nel centro cittadino dove gli autogestiti non hanno certo dimostrato la loro disponibilità a collaborare con il Municipio e la cittadinanza. Si va dalla totale assenza di rispetto per la quiete pubblica all’interno del quartiere, alle manifestazioni pubbliche non autorizzate, al danneggiamento di beni pubblici e privati, a comportamenti illegali, fino alla violenza nei confronti dei nostri rappresentanti dell’ordine.
In una situazione normale con semplici individui, tutto ciò non sarebbe assolutamente tollerato, ma qui non si parla di persone comuni, si tratta degli autogestiti. Una sorta di categoria a sé, alla quale è permesso di comportarsi come meglio crede, visto che nessuno finora ha mai osato agire nei confronti di costoro. I cittadini se lo stanno chiedendo da anni ormai: perché il Municipio tollera questo comportamento? Perché invece di agire, il Municipio tergiversa porgendo l’altra guancia ogni volta che si presenta l’occasione? Ve lo dico io. La “paura” spinge il Municipio a non agire, la paura di dover affrontare manifestazioni di piazza, violenze e danneggiamenti. È legittimo che le Autorità abbiano timore, ma è in nessun modo accettabile che le stesse non agiscano per “paura”. Non siamo mica nella Palermo degli anni ’90, gli anni bui di Cosa Nostra, e il Municipio coadiuvato dal Cantone, le nostre Forze dell’ordine e la Giustizia hanno tutti i mezzi per affrontare uno scenario simile. La Paura non deve assolutamente giustificare l’inattività rispetto al dover di far rispettare la legge sul territorio, se si giunge a questo punto, allora si aprirebbero scenari impensabili. In ogni caso non è per nulla detto che si debba giungere all’apocalisse urbana, come alcuni credono.
Una cosa è però certa, l’autogestione come l’hanno intesa i “Molinari” sino a oggi, arrogante, irrispettosa e soprattutto al di fuori di ogni schema legale, non deve più avere un futuro nella nostra Lugano. Per questo motivo è ora che quelle proposte per una sede alternativa vadano tirate fuori dai cassetti del Municipio e presentate al CSOA con tanto di regole ben precise che definiscano la convivenza futura. Che sia una sorta di ultima e definitiva spiaggia, prendere o lasciare. In entrambi i casi il sedime dell’ex Macello va interamente riconsegnato alla Città, che avrà così modo di mettere in atto i svariati progetti per la cittadinanza che ruotano attorno a questo pregiato comparto. Mentre ai Molinari resta la scelta: o un’autogestione “regolare” sotto ogni aspetto al di fuori del centro abitato, o nessuna autogestione.
Alain Bühler
Candidato in Municipio Lega-UDC
Candidato in Consiglio comunale UDC