Andy Rubin (in mezzo)

Google ha un problema con le molestie sessuali. Lo ammette l’attuale CEO del gigante del web, Sundar Pichai, attraverso una email inviata a tutti i dipendenti della compagnia. Stando alle informazioni fornite, ben 48 persone sono state allontanate negli ultimi anni a causa di molestie sessuali ed altri comportanti inopportuni. Tra loro spicca il nome di uno dei più importanti manager di Big G nonché padre del sistema operativo Android: Andy Rubin. Oltre a lui altri 12 alti dirigenti sono stati allontanati dall’azienda.

Si spiega cosi finalmente l’improvviso licenziamento di Rubin che si è allontanato dall’azienda nel 2014 sorprendendo analisti ed esperti. Secondo informazioni fornite dal New York Times, Andy Rubin è stato invitato ad andarsene proprio dal cofondatore della Google Larry Page in seguito ad indagine interne condotte in azienda. Una dipendente l’aveva accusato di averla costretta a praticargli sesso orale in una stanza d’albergo, un anno prima. Le accuse risultarono credibili e fondate ma come “risarcimento” per il licenziamento Rubin ottenne una buonuscita di 90 milioni di dollari e un pacchetto azionario di tutto rispetto: 150 milioni di dollari per convincere l’uomo a continuare a sviluppare per l’azienda i suoi progetti di robotica.

Questo atteggiamento generoso di Google pare essere inspiegabile: le indagini erano già in corso e la compagnia era a conoscenza delle accuse mosse contro Rubin. Questo non ha impedito alla compagnia a fare ulteriori “regali” all’uomo investendo diversi milioni nella società da lui fondata nel 2015. Inoltre gli fu dedicato un bel discorso di commiato in cui veniva lodato per le sue innegabili doti.

La vita privata di Rubin aveva già fatto scalpore una volta quando nel 2011 era stato segnalato alle risorse umane per aver nascosto una relazione con una dipendente e a quella accuse ne erano seguite altre che coinvolgevano altre donne. Questi episodi portarono sua moglie a chiedere il divorzio. L’uomo ora respinge ogni accusa difendendole calunnie mirate a favorire l’ex moglie nella causa di divorzio.
Ci sono prove tuttavia che parlano da sè dell’atteggiamento che Rubin assumeva nei confronti delle donne con cui intratteneva relazioni. In un’email da lui scritta a una della sue amanti si legge: “Sarai felice di avere qualcuno che si prenda cura di te. Essere sotto il mio controllo è un po’ come essere di mia proprietà, e ti posso prestare ad altre persone”.

Lo scandalo ha sicuramente scosso l’azienda. Eileen Naughton, la responsabile delle risorse umane di Google ha fatto una dichiarazione in seguito al comunicato di Pichai: “Negli ultimi anni abbiamo assunto una linea particolarmente dura sui comportamenti inappropriati da parte di chi ha posizioni di comando. Lavoriamo duramente per migliorare la gestione di questo tipo di comportamenti”.