Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha dichiarato questa mattina che gli Stati Uniti si ritireranno dal Trattato sulle forze nucleari a medio raggio (INF) entro sei mesi se la Russia non tornerà ad osservare l’accordo. INF è uno degli ultimi importanti accordi sul controllo delle armi nucleari tra le due superpotenze e secondo le accuse degli USA Mosca lo starebbe violando.

Quello del controllo degli armamenti, è un accordo stipulato nel dicembre del 1987 tra Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica, siglato da presidente Ronald Reagan e dal Segretario generale Mikhail Gorbaciov, che ha portato ad eliminare tutti i missili nucleari e convenzionali.

Pompeo, afferma che il governo russo non vuole ammettere che un tipo missile dispiegato vicino ai confini europei viola i termini del trattato, ed ha insistito affinché Mosca distrugga la postazione.

I russi, da parte loro, hanno contrattaccato gli Stati Uniti accusandoli di violare loro il trattato a causa del modo in cui hanno schierato le basi con sistemi anti-missilistici in Europa.

Per alcuni analisti, questo ritiro americano porterà ad alimentare una nuova  corsa agli armamenti. La Russia da parte sua nega e il presidente Putin ha messo in guardia Trump contro l’allontanamento dai colloqui sul trattato delle armi, avvertendo che se gli USA lo faranno e inizieranno a sviluppare il tipo di missili vietati dal patto, la Russia allora farà altrettanto. “Se hanno deciso di abbandonare, significa che le autorità statunitensi hanno deciso che devono avere queste armi”, ha detto Putin.

Il vero scopo dell’amministrazione Trump potrebbe essere quello di ampliare i suoi divieti includendo la Cina. Infatti, limitati dalle disposizioni del trattato, agli Stati Uniti è stato impedito di schierare nuove armi per contrastare gli sforzi della Cina nell’avere una posizione dominante nel Pacifico occidentale.

Ai tempi dell’accordo, la Cina era ancora una piccola potenza militare e poco sofisticata, dunque meno temibile. Ma adesso, gran parte del crescente arsenale nucleare cinese, consiste in missili che hanno la possibilità di essere lanciati a distanze che sono proibite dal trattato, che viene applicato solo alla Russia e agli Stati Uniti. Il trattato infatti impedisce di possedere qualsiasi missile da crociera terrestre che possa colpire in un raggio compreso tra 500 e 5’500 chilometri. All’epoca era stato destinato a mantenere le armi nucleari fuori dal territorio europeo.

Gli esperti di programmi di politica nucleare, si domandano se l’amministrazione Trump abbia un piano per ciò che verrà dopo la loro uscita. Lo schieramento delle basi missilistiche russe non è militarmente significativo perché non cambia gli equilibri di potere in Europa.

Dunque la domanda è se questo annuncio di ritiro dal trattato comporterà una raffica di negoziati all’ultimo minuto con Mosca per scongiurare l’abbandono, oppure se accelererà una nuova guerra fredda con un riarmamento missilistico a medio raggio a terra, in Europa e oltre, tra Stati Uniti da una parte e Cina e Russia dall’altra. L’agenzia d’intelligence americana ha più volte avvertito che la Cina e la Russia sono oggi più che mai allineate che in qualsiasi momento dalla metà degli anni ’50.

Anche questo trattato INF, è diventato una prova della continua lotta esistente all’interno dell’amministrazione Trump e con i suoi alleati, su come gestire una Russia ritenuta sempre più aggressiva.