(dal CdT)  “Il liberalismo ha avuto un tracollo sulla sua destra conservatrice, ha perso ogni riferimento ai valori borghesi aprendo le sue mura alle invasioni barbariche e non barbariche delle destre. I liberali hanno perso il significato e ancora di più hanno perso la capacità di tradurre in azioni politiche i concetti di: parsimonia, frugalità, decoro, prudenza, moderazione, benevolenza, coraggio, speranza, iniziativa e religiosità. Hanno buttato nei rifiuti ingombranti la famiglia come motore educativo, l’azienda come generatrice di lavoro, il mercato come scambio pacifico e hanno caricato lo Stato fino a farlo piegare su se stesso di compiti e aspettative salvifiche di ogni genere. Il liberalismo ha tollerato l’esplosione dei diritti senza doveri e delle libertà senza responsabilità. Si è messo a esercitare e imporre il potere statale anziché controllarlo.”

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Sergio Morisoli, nell’aprile 2011 candidato PLR al Consiglio di Stato (in competizione con Vitta), dopo il voto lasciò il partito per imboccare un sentiero aspro e insidioso. In nove anni di impegno tenace (il suo carattere e la sua determinazione sono noti) ha ottenuto successi limitati, con qualche prospettiva in più negli ultimi tempi, ora che la “pressione sul Centro” è considerevolmente aumentata. Egli è attivo oggi nell’UDC, dove riveste la carica di capogruppo parlamentare.

È chiaro che il “liberalconservatorismo” di Morisoli nel PLR odierno non può trovare il minimo spazio. Diverso poteva essere il discorso in passato. Morisoli fu per anni uno stretto collaboratore della consigliera di Stato Marina Masoni.