Una rinuncia agli esami di maturità svilirebbe una tappa imprescindibile del percorso scolastico

Manuele Bertoli all’evento “la Gioventù dibatte” (2020) – Foto Ticinolive

Gli esami di maturità rappresentano per il PLRT (e per gli specialisti, come il rettore del Politecnico di Zurigo) un’esperienza importante all’interno dell’ambito formativo. L’eventualità di voler annullare gli esami di maturità ridurrebbe gli esami finali a un semplice rituale formale alla fine del percorso liceale. Il PLRT ritiene incomprensibile questa ipotesi e spera che si possano svolgere seppur in modalità particolari.

Per il PLRT le prove finali permettono agli studenti di affrontare una sessione impegnativa con i primi veri esami orali e una serie di esami scritti che si estendono su più ore. Uno sforzo che consente da una parte di ripassare la materia trattata nell’intero quadriennio di liceo, e dall’altra di vivere un’esperienza utile per i percorsi formativi futuri considerando che la maggior parte intende poi affrontare gli studi accademici. Il Consiglio federale su proposta della conferenza dei direttori della pubblica educazione ha deciso l’annullamento delle prove orali lasciando ai Cantoni la facoltà di decidere l’organizzazione o meno delle prove scritte. Quindi la competenza decisionale è cantonale.

La serietà dei percorsi scolastici svizzeri rappresenta un’eccellenza per il nostro Paese e occorre fare di tutto per garantirla.

Sicurezza sanitaria e organizzazione

Tra le varie motivazioni addotte per l’annullamento degli esami, pare vi sia soprattutto la preoccupazione di garantire la sicurezza sanitaria di allievi e docenti. In particolare, si teme una nuova ondata pandemica nel corso degli esami, eventualità che avrebbe quale conseguenza un nuovo blocco totale, lasciando quindi incompiuta la sessione. In tal caso, e come ultima ratio, si sarebbe potuto comunque permettere il riconoscimento della maturità senza svolgere l’esame.

Analogamente, si sarebbe potuto decidere di focalizzarsi solo su alcune materie, riducendo così il periodo della sessione, limitando al contempo i rischi. Ricordiamo che le lezioni per le scuole superiori in Ticino non riprenderanno, visto che non avrebbe alcun senso ripartire l’8 giugno. Gli studenti si sarebbero dunque ritrovati solo per la sessione di esami.

Infine per mantenere le distanze sociali basterebbe un po’ di buona voglia e ingegno per sfruttare gli spazi disponibili, come ad esempio le numerose palestre presenti sul nostro territorio o le sedi delle scuole medie, che saranno già tutte chiuse al momento in cui dovrebbero svolgersi gli esami di maturità. Al di là dell’organizzazione di esami a distanza digitali – altra forma possibile, come attestano numerose esperienze positive anche in Svizzera – le soluzioni ci sono. Bastava sfruttarle ponendo come obiettivo l’interesse delle giovani generazioni, che ancora una volta subiscono in prima persona le conseguenze della crisi da COVID-19.

PLRT

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Dopo che il capo del DECS on. Bertoli ha comunicato urbi et orbi (6 maggio) che gli esami non si faranno, ecco che il PLR all’improvviso chiede che si facciano. Un’abile mossa politica atta a mettere una certa “pressione”.

La nostra opinione (che non conta) è nota. È sbagliato non fare gli esami. La decisione di Bertoli è stata debole e rinunciataria. E facilmente attaccabile. 

A nostro avviso c’è ancora il tempo (ma siamo in extremis) per trovare un accordo su un programma di sessione limitato.