La schiavitù dei sensi è il tallone d’Achille di alcuni uomini altolocati, come il figlio di Joe Biden, Hunter, che nonostante fatturasse 50 mila euro al mese nella società ucraina Burisma, in cui era impiegato, non si accontentava e doveva per forza ritrarsi, nudo, a letto, in atteggiamenti sessualmente espliciti, congiunto con prostitute, fumando crack (uno stupefacente).

A pubblicare il sex tape (video sessualmente esplicito amatoriale), un sito cinese, con contatti con Steve Bannon, ex alleato di Trump.

Nell’ostentazione di promiscuità, la controparte femminile di quella, debosciata e democratica maschile, consisterebbe in prostitute di cittadinanza russa, e le perigliose dimostrazioni di Hunter risalirebbero a una “festa privata” all’insegna della carnalità, in una villa di Hollywood, nel 2018.

Una delle concubine dell’uomo d’affari, infatti, si sarebbe recata dalla Russia in America con un visto turistico, di cui i servizi segreti hanno ottenuto una copia.

Ci sarebbe chiaramente da chiedersi se i video non siano un’arma trumpiana di disagio antidemocratico, anche se verrebbe da rispondere di no, essendo stati scoperti quando ormai 40 milioni di americani hanno già votato.

Come riporta The Sun, l’ex vicepresidente Joe ha fatto sapere di volere bene al figlio, in ogni caso, che egli ritiene “la più simpatica persona” che egli conosca.  Amore di papà.