Risarcimento record per la famiglia di George Flod: riceverà 27 milioni di dollari di danni e interessi dalla città di Minneapolis. L’intesa, approvata all’unanimità dal consiglio comunale, è stata raggiunta attraverso la cifra record: una delle maggiori in un caso di cattiva condotta della polizia.

Chi era George Floyd

Mondialmente conosciuto per la triste vicenda del 25 maggio 2020, quando fu accidentalmente ucciso dal maldestro tentativo di immobilizzazione da parte dell’agente Derek Chauvin, il quale nonostante le suppliche dell’arrestato, non levò il ginocchio dal collo dell’uomo, George Flyod aveva 46 anni ed era nato a Huston, in Texas.

Diplomatosi come atleta alla Yates High School nel 1993, nel 2007 Floyd aveva compiuto una rapina a mano armata puntato la pistola contro una giovane donna incinta e per questo era stato condannato, nel 2009, a cinque anni di prigione.

Uscito di prigione, aveva iniziato a lavorare nella vicina Minneapolis come guardia di sicurezza di un ristorante per i cinque anni successivi. Al maggio 2020, Floyd aveva recentemente perso il lavoro a causa dell’ordine di residenza del Minnesota durante la pandemia di COVID-19.

Padre di due figli, una ragazza di 22 anni, Quincy Mason Floyd e una bambina di 6, Gianna.

Al momento della morte, risultava positivo al Covid, tuttavia l’autopsia ha smentito che questa fosse la causa della morte.

Le proteste

Dopo che il video dell’arresto di George Floyd venne trasmesso con una diretta social e successivamente diffuso via Internet, nei giorni immediatamente successivi, sorsero le universalmente note proteste, concorde il sindaco di Minneapolis Jacob Frey,

La violenza

Dal 28 maggio, ovvero otto giorni dopo la morte di Floyd, le proteste divennero violentissime. Da New York a Detroit, da Los Angeles ad Atlanta, da Portland a Richmond, da Oakland a San Jose, tutta l’America fu attraversata dalla brutalità delle violente proteste antirazziste.

Nella città di Minneapolis, il governatore Walz chiese l’intervento della Guardia nazionale, e l’allor Presidente degli Stati Uniti Donald Trump acconsentì: furono così mobilitati di 500 uomini per sedare i disordini, che nel frattempo volgevano in veri e propri saccheggi di negozi di lusso, e incendi di edifici. Il giorno seguente, però, Trump criticò l’operato dell’ufficiale Frey, accusandolo di incapacità. Il Presidente, inoltre, individuò i rivoltosi come appartenenti ai movimenti anarchici di sinistra ed ai gruppi antifa statunitensi.

Il tentato suicidio di Chauvin

Nel frattempo, mentre in tutta l’America dilaga la violenza dei rivoltosi, l’agente Chauvin tenta il suicidio in carcere e viene perciò messo in cella di isolamento con videosorveglianza costante e controlli di persona ogni quindici minuti. Accusato di omicidio di terzo grado, e di omicidio colposo di secondo grado, Chauvin, 44 anni, aveva partecipato a tre sparatorie con la polizia, causando anche una vittima. Secondo una testimonianza volutamente tralasciata dai media, Chauvin avrebbe anche potuto conoscere Floyd, poiché entrambi avevano lavorato come guardie presso la stessa discoteca: i motivi dell’aggressione da parte del poliziotto sarebbero addirittura potuti essere “solamente” personali, ma vennero invece assurti a simbolo dell’antirazzismo e, di conseguenza, del vandalismo.

Il vandalismo

Pratica consona dei suprematisti neri, fu la rimozione o l’imbrattamento delle statue di personalità storiche, quali regnanti o benefattori, calunniati di essere suprematisti bianchi e di avere visioni razziste. Tra le illustri vittime cadute sotto l’odio dei BLM George Washington, Andrew Jackson, Thomas Jefferson e Ulysses S. Grant in quanto possedevano – pratica assai comune in realtà –  schiavi e latifondi.

Il sindaco di New York Bill de Blasio fu aspramente criticato dall’allor Presidente Trump in quanto voleva rimuovere la statua di Theodore Roosevelt, nella quale il presidente è ritratto a cavallo, seguito a piedi da un uomo nero e un nativo americano, perché secondo il sindaco della città “ritrae esplicitamente le persone indigene e di colore come assoggettate e razzialmente inferiori”.

A Londra, il sindaco decise di rimuovere la statua di Robert Milligan, commerciante scozzese in quanto presuntamente schiavista, e di Cecil Rhodes all’Oriel College di Oxford, in quanto bianco. I manifestanti a Londra deturparono anche la statua di Winston Churchill a Parliament square, che dovette essere rinchiusa in una scatola di legno per evitare ulteriori danni. Anche diverse statue della regina Vittoria furono imbrattate e deturpate.

In Francia furono deturpate brutalmente le statue di Voltaire, la cui ricchezza, secondo la disinformazione dei BLM sarebbe derivata dalla tratta degli schiavi, e di Hubert Lyautey, in quanto bianco.

Anche in Italia diverse statue di Filippo Corridoni e di Indro Montanelli furono vandalizzate.