Secondo un nuovo dettagliato rapporto del controspionaggio statunitense basato sulle conversazioni di oltre 30 ex funzionari ai più alti livelli dell’intelligence, durante il 2017 sotto l’amministrazione Trump, alcuni alti funzionari della CIA hanno discusso come mettere in atto un piano di rapimento dell’informatico australiano Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, fino ad arrivare alla sua uccisione, mentre era rifugiato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra.

Il progetto, prevedeva più azioni, compreso lo spionaggio audio e visivo dei soci di WikiLeaks, oltre che di Assange chiaramente, per seminare discordia tra loro e “rubare” i loro dispositivi elettronici.

L’allora direttore della CIA, Mike Pompeo, ed altri dirigenti, furono molto imbarazzati quando nel marzo del 2017 una serie di documenti che WikiLeaks aveva pubblicato descrissero in dettaglio l’attività e la capacità della CIA di eseguire la sorveglianza elettronica e la guerra informatica. La fuga di notizie, che abbracciava migliaia di documenti, era proveniente da una rete isolata ad alta sicurezza situata all’interno del Center for Cyber Intelligence (CCI) della CIA a Langley, in Virginia.

Secondo WikiLeaks, dal 2001 la CIA ha acquisito prominenza politica e di bilancio sulla National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti. La CIA si è trovata a costruire non solo la sua famosa flotta di droni, ma soprattutto un tipo molto diverso di forza segreta che poteva attraversare il globo: la sua flotta di hacker.

I malware e gli strumenti di hacking della CIA, realizzati dalla Engineering Development Group (EDG), un gruppo di sviluppo software all’interno del dipartimento CCI, servono (tuttora) per controllare o per infestare prendendo di mira iPhone, Android e smart TV.

Il dossier di WikiLeaks, chiamato nel 2017 “Vault 7”, rivelava anche la presa di mira dei partiti politici e candidati francesi in vista delle elezioni presidenziali del 2012.

Mike Pompeo riteneva questa violazione la più grande perdita dei dati nella storia dell’agenzia di intelligence statunitense. L’affronto è stato troppo grande da digerire. Per perseguire Assange, Pompeo rischiò di mettere a repentaglio il lavoro del Dipartimento di Giustizia spingendosi oltre importanti restrizioni legali, rischiando inoltre di mettere a repentaglio il rapporto con il Regno Unito, il più stretto collaboratore degli Stati Uniti.

La prospettiva che Assange potesse svanire fuori dal Regno Unito grazie all’intervento di agenti dell’intelligence russa, aveva portato ad immaginare e pianificare scenari di guerra. “Potenziali scontri a fuoco con agenti del Cremlino per le strade di Londra, schiantarsi con un’auto contro un veicolo diplomatico russo che trasportava Assange per poterlo afferrare […] Sparare alle gomme di un aereo russo portando via Assange prima che potesse decollare per Mosca…”, secondo quanto rivelato da tre ex agenti della CIA.  

Attualmente Assange è rinchiuso presso la prigione di Belmarsh a Londra mentre un tribunale inglese deve decidere se accogliere o meno una richiesta di appello del governo degli Stati Uniti per l’estradizione, bloccata da una precedente sentenza del tribunale di primo grado, con l’accusa di aver tentato di aiutare un ex analista dell’esercito statunitense a irrompere in una rete informatica classificata e a cospirare per ottenere e pubblicare informazioni riservate.

La fuga di notizia del piano segreto della CIA, dovrebbe sensibilizzare la decisione del tribunale d’Appello inglese al fine di non concedere l’estradizione di Assange.

I parlamentari australiani sostengono che, a seguito di quanto affermato questa settimana in un notiziario americano, il governo debba chiedere il rilascio immediato del cittadino australiano.