Domenica 26 giugno si sono riuniti al G7 i big occidentali, quali Boris Johnson, Joe Biden, Olaf Scholz, Emmanuel Macron, Justin Trudeau, Mario Draghi e Fumio Kishida. Ad essi ha parlato Andriy Yermak, capo dello staff di Zelensky, chiedendo nuovamente all’Europa nuove armi.

“Per porre fine a questo conflitto” ha detto “abbiamo bisogno di una parità militare con la Russia, ovvero fornire all’Ucraina l’opportunità di resistere a un’aggressione convenzionale e di rendere il costo di tale aggressione inaccettabile”.

Il n.1 di Zelensky, Anriy Yermak

Quindi, l’avvertimento: “Se la Russia prevarrà, crollerà anche l’Europa. Al G7 chiediamo: continuate coi sacrifici”.

Yermak ha dichiarato di essere pronto a nuovi sacrifici, sostenendo che le città saranno poi ricostruite coi beni sottratti ai Russi. Per questo, l’ucraino ha definito incoraggiante il fatto che “la settimana scorsa, il governatore della banca centrale ha riferito che il 15% del PIL russo è a rischio”

Pertanto, Yermak ha auspicato nuove misure contro la Russia: “abbiamo bisogno di sanzioni energetiche rafforzate per ridurre i profitti derivati dalle esportazioni dalla Russia. Abbiamo bisogno di sanzioni individuali più decise: ad esempio gli oligarchi non dovrebbero più poter cedere beni ai propri figli… Tutte le banche statali russe devono sentire la forza delle sanzioni finanziarie”.

Consapevole delle ritrosie dei Paesi Occidentali ad entrare in una guerra loro non pertinente, ha aggiunto: “So che i popoli del Nord America e dell’Europa stanno soffrendo a causa di questa guerra. So che la gente è preoccupata e si chiede se si potrà permettere di fare il pieno all’auto, di sfamare la famiglia o di riscaldare la casa il prossimo inverno. So tutto questo. E li ringrazio per il loro sacrificio.So anche che alcuni iniziano a chiedersi se ne valga la pena: sospetto che alcuni possano credere che l’invasione dell’Ucraina non rappresenti altro che una lite in un paese lontano, tra persone di cui non sanno nulla. Nulla è più lontano dalla verità”.

Forzature, quindi, e richieste incessanti di armi. In nome di un’unica verità, quella ucraina: “posso assicurarvi che la Russia non si fermerà se le sue forze armate avranno successo in Ucraina. Se la Russia prevarrà, questo conflitto non si limiterà ai confini del mio Paese: si estenderà inevitabilmente ai territori della NATO”.