Il presidente Putin ha dato l’annuncio sabato, durante una trasmissione televisiva russa, mentre stava ricevendo il leader bielorusso Alexander Lukashenko a San Pietroburgo. “Nei prossimi mesi trasferiremo in Bielorussia i sistemi missilistici tattici Iskander-M, che possono utilizzare sia missili balistici che da crociera, nelle loro versioni convenzionali e nucleari”, ha detto Putin all’inizio dell’incontro.

Proprio Lukashenko, esprimendo, a suo dire, preoccupazioni per le politiche “aggressive, conflittuali e ripugnanti” della Lituania e della Polonia in mezzo alle crescenti tensioni con l’Occidente sull’Ucraina, ha chiesto a Putin di aiutarlo ad organizzare una risposta a quelli che secondo lui sono gli aeri in volo con armi nucleari della NATO, guidata dagli USA, ai confini della Bielorussia.

Molti aerei subsonici Su-25 in servizio presso l’aviazione bielorussa, un monoposto a reazione sviluppato all’epoca dell’Unione Sovietica dalla Sukhoi Company, potrebbero essere potenziati modernizzandoli nelle fabbriche in Russia in modo appropriato per renderli capaci di trasportare armi nucleari.

La scorsa settimana, la Lituania ha bloccato il transito delle merci soggette alle sanzioni europee che viaggiavano attraverso il suo territorio dalla Russia all’exclave baltica russa di Kaliningrad, passando per la Bielorussia. Questo ha fatto infuriare il Cremlino definendolo un “blocco”, ma la Lituania ha affermato in realtà che riguarda soltanto l’1% del normale transito di merci sulla rotta e il traffico passeggeri non è stato influenzato.

Putin solleva nuovamente la minaccia nucleare alla vigilia dell’incontro di domenica dei leader del G7 ospitati dal cancelliere tedesco Olaf Scholz nelle Alpi bavaresi, per discutere della crisi energetica e alimentare. Un vertice che dovrebbe trasmettere un messaggio chiaro sul fatto che NATO e G7 sono uniti più che mai contro l’imperialismo di Putin.

L’Iskander-M è un sistema missilistico guidato mobile chiamato in codice “SS-26 Stone” dalla NATO. Ha sostituito il missile Scud sovietico aumentando la portata fino a 500 km.

Nel frattempo la guerra iniziata il 24 febbraio continua, con vittime in aumento da entrambi le parti.

Le forze ucraine cercano di resistere nell’Est, dove il conflitto è cambiato. Il presidente ucraino Zelensky chiede quotidianamente al mondo di fare di più con gli aiuti per l’Ucraina. I governi occidentali hanno imposto pesanti sanzioni contro Mosca, ma si sono fermati prima dell’intervento diretto per paura di innescare un conflitto molto più ampio.