Segnaliamo il blog personale di Liliane J. Tami: Noblesse Oblige. Fede e Bellezza.

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Liliane Boccioni yUmberto Boccioni, La partita di Tennis

Decimo Giunio Giovenale, poeta e retore romano che condannava aspramente gli uomini effeminati e le donne mascoline, nelle sue satire affermava che la più grande fortuna è possedere una mente sana in un corpo sano. Ma qual è lo sport per eccellenza che, adatto ad ambo i sessi, valorizza maggiormente l’eleganza, l’agilità e la forza dell’uno e dell’altro senza sminuirne l’appartenenza di genere? Il tennis. Liliane smQuesto antichissimo sport, forse d’origine saracena, era giocato nell’antica Grecia e si chiamava letteralmente “saper giocare con la palla”, ossia Sphairistiké. Il più importante riferimento letterario del tennis lo troviamo però all’estremo nord Europa, nella letteratura gallese, un’antica lingua celtica. Nel racconto mitologico  intitolato The Turke and  sir Gawain, il protagonista, un giovane cavaliere della tavola rotonda di Re Artù,  Gawain Gwalltafwyn, sfidò un gruppo di gigante proprio a questo gioco, sconfiggendoli. Questo sport, nobilitato da svariati testi medievali, si giocava inizialmente colpendo la palla solamente col palmo della mano ed infatti veniva chiamato Paume, dal francese. A farne da campioni, a quell’epoca, pare che fossero i monaci di clausura:  ci giocavano nei cortili di dimensioni ristrette dei monasteri. Fu, infatti, un prete italiano, tale Antoino Scaino da Salo, che scrisse un saggio intitolato Trattato sul giuoco della palla, nel 1555. Moltissimi però anche i nobili ed i sovrani che si dedicavano a questo sport: pensiamo al grande imperatore cristiano Carlo XI, duca d’Orléans, ritratto all’età di due anni con già la racchetta in mano nel 1552. E dove si trovava il suo campo da tennis favorito? All’interno del grande museo du Louvre!

Questo amore dei sovrani per il nobile gioco è riscontrabile in tutta europa: da Federico Ubaldo della Rovere, ritratto  da Federico Barocci nel 1607, a Carlo Emanuele II di Savoia, ritratto da Francesco Cairo con racchetta in mano sino ad Anna Bolena, responsabile del primo divorzio della storia.

Liliane 1Ma come vedevano i pittori fiamminghi il gioco del tennis, riservato a ricchi nobili? Per saperlo basta consultare le opere di Jan van Kessel e Jan Brueghel il giovane: la racchetta da tennis, nei loro quadri, è abbandonata tra quei cumuli di cianfrusaglie che rappresentano la Vanità che ammorba il mondo. Analoga critica sociale la si trova nel quadro di Benjamin Robert Haydon, The mock election, del 1928: ai ricchi borghesi, che passano le loro giornate a giocare a tennis, poso importa delle elezioni politiche.

Ma attenzione! William Shakespeare, nell’opera teatrale  Enrico V, fa consegnare al sovrano un cesto di vimini colmo di palle di Real Tennis, come lo chiamavano gli inglesi, che in questo caso veniva interpretato come simbolo di forza e giovinezza  Ma  il tennis non è solo simbolo di divertimento: venne ripreso anche in alcune opere religiose e bibliche, come nel “ David e Batsabea” di  Lucas van Gassel, datato del 1540. Nella storia dell’arte la vicenda più interessante riguarda certamenteMichelangelo Merisi, più conosciuto col nome di Caravaggio: il 28 maggio 1606 l’artista, fautore spietato del vero in arte come in vita, uccise brutalmente Ranuccio Tomassoni proprio per colpa di una lite tra tifosi della Pallacorda, l’antenato del tennis. Probabilmente il suo allievo ed amante Francesco Boneri, detto anche Cecco del Caravaggio, assistette a questa trucida scena e ne rimase traumatizzato al punto da disegnare delle racchette ai personaggi dell’opera La morte di Giacinto.

Liliane TiepoloQuesto doloroso tema della morte avvenuta sul campo da gioco, tratto dalle traduzioni delle Metamorfosi di Ovidio dello scrittore Giovanni Andrea dell’Anguillara, si ritrova anche in un’altra splendida opera analoga dipinta dal Giambattista  Tiepolo, del 1752. Nel suo quadro L’Apollo ed il Giacinto, dai toni squisitamente neoclassici, traspare tutto il dolore per la perdita dell’amante del Conte tedesco Wilhelm di Schaumburg-Lippe, il committente del quadro, che a sua volta aveva perso l’amante proprio sul campo da tennis. Per fortuna il tennis non è solo uno sport rude e violento da uomini: come ci ricorda Jean Baptiste Simenon, nella sua delicata opera Bambina che gioca col volano, del 1737, ci ricorda che il Tennis è anche grazia, delicatezza e femminilità.

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