Due uccisioni di massa in soli due giorni questa settimana in Serbia, con un bilancio di 19 morti e 21 feriti.

La prima, avvenuta mercoledì in una scuola di Belgrado, ha fatto piangere la popolazione, la seconda, avvenuta giovedì in una zona rurale a sud della capitale, ha lasciato il Paese sbalordito dall’incredulità.

Lo spargimento di sangue ha provocato sgomento in una nazione balcanica segnata dalle guerre, ma non abituata agli omicidi di massa. Malgrado la Serbia sia ancora “piena” di armi rimaste dai profondi anni di guerra civile, l’ultima sparatoria di massa risale al 2013 quando un veterano di guerra uccise 13 persone in un villaggio della Serbia centrale.

Si stima che in Serbia ci siano 40 armi da fuoco ogni cento persone. La terza al mondo dopo Stati Uniti e Montenegro.

Una sparatoria in una scuola in Serbia non si era mai verificata prima. Mercoledì un ragazzo di 13 anni ha aperto il fuoco, usando armi del padre, sui suoi compagni studenti uccidendo sette ragazze, un ragazzo e una guardia scolastica, lasciando feriti sei bambini e un insegnante. Il giorno dopo, un uomo di 20 anni ha sparato a caso poco dopo la mezzanotte nei pressi di due villaggi a circa 60 km a sud di Belgrado, aprendo il fuoco da un’auto in movimento. Ha ucciso otto persone e ne ha ferite 14.

Fonti del ministero dell’Interno serbo, hanno confermato l’arresto vicino alla città di Kragujevac, di un uomo sospettato per il secondo attentato, nelle prime ore di venerdì mattina dopo un’estesa perquisizione che ha coinvolto oltre 600 agenti di polizia che alla fine lo hanno trovato nascosto a casa del nonno.

Il motivo di entrambe le sparatorie non è chiaro. Il ragazzo di 13 anni è stato ricoverato in una clinica psichiatrica, è troppo giovane per essere accusato penalmente. Suo padre è stato arrestato invece con l’accusa di aver insegnato a suo figlio a usare le pistole e di non aver messo bene al sicuro le sue armi.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic, ha promesso in un discorso alla nazione che l’uomo della seconda sparatoria non vedrà mai più la luce del giorno, e ha anche annunciato misure più severe di controllo delle armi, come il divieto di nuovi permessi di porto d’armi per i prossimi due anni, una revisione di tutti i permessi già rilasciati e pene detentive più dure per chi infrange le regole e sia sorpreso con armi illegali. 

La polizia offrirà un’amnistia per incoraggiare le persone a consegnare armi illegali, un’azione che ha avuto un successo limitato in passato. “Disarmeremo la Serbia”, ha promesso il presidente Vucic

Luka Doncic, superstar sloveno professionista della lega di basket americana NBA, si è offerto di pagare i funerali di tutte le vittime della scuola uccise mercoledì e le spese per il sostegno psicologico alle famiglie.