Dopo il terribile incidente che ha causato la morte di 21 persone a Mestre, si indaga sulle cause di tale, immane tragedia. Poiché sull’asfalto non ci sono segni di frenata, si pensa ad una manovra azzardata o un malore dell’autista (il quale aveva sette anni di esperienza e solo 40 anni di età), mentre intanto, però, è “sotto accusa” anche il guardrail, cioè la barriera di protezione oltre la quale è finito il mezzo. “Non abbiamo alcun elemento per trarre conclusioni sul guardrail, per questo ci serve una perizia”, ha detto il Procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi, riferendosi al varco di servizio – circa un metro e mezzo – presente lungo la barriera sfondata dal pullman. “Faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito documenti sulla rampa dal Comune”. Intanto, sono state identificate tutte le 21 vittime, tra cui un bambino di un anno e mezzo e una ragazzina di 11.

In totale, le vittime sono 21: 9 ucraini, 4 rumeni, 3 tedeschi, 2 portoghesi, 2 dalla Croazia e uno dal Sudafrica e l’autista, unico italiano.

Vite spezzate, ma anche famiglie spezzate: è il caso dell’intero nucleo famigliare, originario di Arges e Dâmbovita, che da tempo si era trasferito in Germania che è stato sterminato: padre, madre e due bambine di 8 e 13 anni.

È il caso dei due giovani sposi croati, convolati a nozze da soli 20 giorni, che avevano scelto proprio Venezia come luna di miele: lei è morta, aveva 25 anni ed era incinta da poco, lui è ricoverato in terapia intensiva, ha 24 anni.

È il caso dei fratellini di 4 e 13 anni, salvati grazie al sacrificio del patrigno che è morto, assieme alla loro mamma.

È il caso della bambina di 4 anni, unica sopravvissuta della sua famiglia, ricoverata in condizioni gravissime nel reparto ustioni, accudita giorno e notte dalla dottoressa.