“Quando udii la voce di Osho, in una lingua per me incomprensibile, scoppiai a piangere a dirotto”

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Oggi intervisto Ambra Sartorio, naturopata, che ci parla profondamente di una medicina che vien detta “complementare”. Il suo scopo non è diverso da quello della medicina di tutti i giorni: portare sollievo all’uomo sofferente, un compito e un impegno che non finirà mai.

Che cosa c’è nella medicina di Ambra? C’è scienza e metodo, naturalmente, accanto a psicologia, filosofia e mistero. Il mistero del corpo e dell’anima, ente unico o enti distinti (come dice Ambra) , in quel fragilissimo ma “divino” organismo che è l’Essere umano. Ascoltiamo il racconto di Ambra.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Quale posizione occupano le discipline che lei propone rispetto alla medicina classica e “ufficiale”?

Ambra Sartorio  Dal mio punto di vista purtroppo non sono ancora così valorizzate. In questa grande dicotomia che ancora esiste tra le due Medicine, quello che sta iniziando ad accadere, ma ancora troppo lentamente, è l’ integrazione di entrambe. La Medicina Olistica, di cui fanno parte la Naturopatia (di cui mi occupo insieme alle altre discipline olistiche) mette in primo piano l’Individuo come totalità di aspetti fisici, psichici, emozionali e spirituali fondandosi su un approccio individuale, naturale ed ecologico; diversamente la medicina Classica tende ad un paradigma più meccanicistico, dunque a isolare questi aspetti e a trattarli singolarmente considerando l’individuo in parti. Quello che sta accadendo sempre di più è che la Scienza si sta rendendo sempre più conto dei limiti di questa divisione dell’UOMO, appurando infatti che ogni parte di cui è composta la persona contiene in Sé stessa il “Tutto”, pertanto non divisibile. L’Integrazione di entrambe dal mio punto di vista gioca un ruolo chiave per l’evoluzione della Medicina in generale e soprattutto per aiutare l’individuo a poter meglio scegliere come potersi curare.

Sono riconosciute come valide ed efficaci? Da quali organismi e da quali autorità mediche?

In Europa le leggi sulla Naturopatia e le discipline complementari sono ispirate alle linee guida dell’O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità, che le considera appunto complementari alla Medicina Ufficiale e praticate da operatori altamente preparati; in Svizzera per esempio è stato vinto un referendum popolare che ha incluso la Medicina Complementare nella Costituzione.

Qual è il significato esatto del termine “discipline olistiche”?

Olistico, deriva dal Greco “Olos” che significa Tutto, Intero, Totale. Le Discipline Olistiche, tra cui la Naturopatia, Fitoterapia, Micoterapia, Floriterapia, Aromaterapia, ecc. infatti si occupano di valutare la persona nella sua totalità ed interezza, l’Uomo come microcosmo che fa parte del Macrocosmo; L’Uomo come insieme di Corpo, Mente, Anima ed Energia.

Con quali modalità lei svolge la sua attività terapeutica?

L’unica vera modalità per me è quella di portare le persone ad avere più presenza e più consapevolezza. Principalmente offro consulenze di Naturopatia, attraverso un colloquio con la persona, l’analisi dell’iride e la ricerca di punti riflessi dolenti sul piede è possibile valutare la tipologia costituzionale dell’individuo e fare una diagnosi energetica per prevenire e/o trattare i vari squilibri; trattamenti individuali con le Campane Tibetane per sciogliere tensioni, rilassare, alleviare Stress e aumentare i livelli energetici; Trattamento della Pineale, per favorire il sonno, il rilassamento e aiutare l’individuo ad avere una chiara visione di Sé; Trattamenti di riequilibrio psico-fisico-energetico con altre tecniche. Attualmente collaboro con studi a Gallarate e Novara, e a breve collaborerò con un Medico a Saint Vincent.

Mi descriva alcune persone tipiche alle quali lei, con i suoi princìpi e le sue tecniche di cura, può offrire giovamento.

Vede, in realtà non esiste una persona tipica o un “profilo tipologico”, in quanto si possono prevenire e trattare i principali disequilibri: dall’Insonnia, lo Stress, l’ Ansia, Intolleranze alimentari e molto altro, quindi chiunque può avvicinarsi alla Medicina Complementare, non vuole certo essere sostitutiva di cure mediche classiche, semplicemente complementarla.”

Quanto è importante la psicologia nel suo lavoro?

Per me è fondamentale osservare l’individuo nella sua totalità, includendo soprattutto la Psiche. Pensi che è sempre più confermato che quasi la totalità dei disequilibri e delle malattie abbia una base psicosomatica, questo significa che la Psiche influenza tutto di noi. Mi viene da riportarle le parole di Candace Pert, Neuroscienziata e farmacologa Statunitense: “Le emozioni, non sono semplici sostanze chimiche nel cervello, sono segnali elettrochimici che portano messaggi emotivi in tutto il corpo. Quando i nostri sentimenti cambiano questa miscela di segnali viaggia in tutto il corpo e nel cervello cambiando letteralmente la chimica di ogni cellula”. Mi viene da aggiungere che tutti i sistemi si influenzano a vicenda come conferma la PNEI Psiconeuro endocrino immunologia, che constata l’interazioni tra Psiche e sistemi biologici. Come si fa a non considerarla?

Nell’ambito delle dottrine esoteriche, che cos’ha l’Oriente che l’Occidente non ha?

Sicuramente l’Oriente è stato ed è tutt’ora la Madre della Spiritualità, in particolare l’India, grazie alla visione millenaria dell’Uomo nella sua Interezza, si pensi alla medicina antica ayurvedica per esempio o in Cina alla Medicina Tradizionale Cinese in cui l’Uomo veniva già migliaia di anni fa considerato come Microcosmo all’interno di un Macrocosmo. L’Occidente per certi versi ha proseguito nell’incessante ricerca scientifica, tecnologica, ha corso contro il tempo per raggiungere il tanto desiderato Progresso ma che da qualche parte ha fatto allontanare l’Uomo dalla Natura e dalla sua vera natura. Senza parlare poi dei condizionamenti culturali, religiosi, si pensi al periodo dell’Inquisizione e a come certe “dottrine esoteriche” venivano considerate. Quello che sta accadendo da un bel po’ di anni è sempre più un ritorno alla Ricerca di Sé, una curiosità dell’Uomo occidentale per le culture Orientali, l’avvicinamento alla Spiritualità, alla Meditazione.

Lei ha viaggiato molto. Che cosa andava cercando? I Maestri?

Mi fa sorridere la sua domanda, in realtà andavo cercando me stessa. Fin da piccola “sognavo” di viaggiare, e da lì grande amore per i Viaggi, per scoprire nuovi luoghi, nuove e differenti culture, soprattutto perché affascinata da quei luoghi “Sacri” dove l’Uomo e la Natura ancora (ma sempre meno purtroppo) si fondono, dove le persone ti sorridono senza motivo alcuno, ti ospitano nella loro “casa” in mezzo alla Jungla senza sapere chi sei, luoghi dove i rituali verso la Terra e verso Dei e Spiriti aiutano a riconnettersi profondamente con Sé stessi.”

Chi sono i Maestri? Come ci si sente di fronte a un Maestro? Quale rapporto si stabiliva tra lei e il Maestro?

Per la mia esperienza personale, i Maestri possono essere persone incontrate lungo il proprio percorso di vita, inaspettate, incontri animici, persone che ti lasciano davvero qualcosa di profondo, che arrivano così, “per caso” (il caso ovviamente non esiste) e riflettono la tua luce per mostrartela. Molti dei “Maestri” che ho conosciuto nel mio percorso di vita sono stati uomini e donne “comuni” che in realtà “vibravano” in modo speciale, persone con grande sensibilità e Amore incondizionato.

L’incontro con Osho (Maestro illuminato indiano che ha lasciato il corpo nel 1990), invece è avvenuto in un momento molto forte della mia vita, ricordo che l’amore per lui fu così grande, forte, istantaneo, imprevedibile. Avevo appena concluso una relazione molto importante della mia vita, sentivo come se il mondo si fosse riversato sopra di me e così mi iscrissi ad un corso di Sciamanesimo, perché affascinata da quel mondo da tanto, e senza saperlo, proprio quel corso si svolgeva in una Comune di Osho. Non sapevo neanche chi lui fosse, ricordo che durante il viaggio verso quel luogo nuovo per me, le mie lacrime si fondevano con la pioggia torrenziale fuori, feci la strada che saliva in continui tornanti senza sapere chi stesse guidando, ero spinta da una forza così grande, fu come attraversare il mio stesso inconscio, come viaggiare dentro me stessa, passando attraverso la notte dell’Anima.

Non appena il corso iniziò la sera, la Leader, che teneva il workshop di Sciamanesimo, mise una quote di Osho, ricordo che appena sentii quella voce in un Hindi-Inglese, allora per me ancora incomprensibile, iniziai a piangere a dirotto, ininterrottamente, ed ogni volta che ascoltavo i suoi discorsi registrati era come se si sciogliesse qualcosa dentro di me, era come se mi toccasse l’Anima. Non mi capitò più di piangere così tanto. Sentii profonda commozione, gratitudine, amore incondizionato e sentii che lui da quel momento sarebbe diventato il mio Maestro ispiratore, nonostante non fosse più in vita, ascoltare i suoi discorsi, leggere i suoi libri, successivamente vivere nella Comune di Osho in Toscana, aprì dentro di me sempre di più le porte verso me stessa, poi compresi che quell’amore così grande per lui non era altro che l’inizio di un grande percorso per amare sempre e più profondamente me stessa.

Quello che ho appreso di più importante in questi anni di Ricerca, è che il Maestro deve essere colui che aiuta l’altro a riscoprire il proprio Maestro interiore, senza “convincerlo”dei suoi ideali o renderlo debole, e l’altra grande scoperta è che non c’è Maestro più grande di noi stessi!”.

Il Corpo e l’Anima sono due cose ben distinte? Oppure l’anima non è che una parte o una funzione del corpo, inscindibile da esso?

L’Anima è quella forza, energia che ci anima, appunto. Il Corpo senza Anima non può esistere mentre l’Anima senza il corpo non potrebbe manifestarsi, l’Anima è immortale mentre il Corpo no. In tutta la tradizione filosofica Anima e Corpo sono entità ben distinte. Citando Platone “L’Anima è principio di vita per sé stessa e per il corpo mentre quest’ultimo senza l’Anima sarebbe inanimato”, parlando poi della Metafora della Carrozza di Gurdjeff, filosofo e Maestro Armeno, in cui descrive la condizione dell’essere Umano secondo la quale, se non fosse l’Anima a guidare la nostra vita saremmo in preda alla mente e alle emozioni.

Che cos’è esattamente la “ghiandola pineale”?

Parlando appunto di Anima e Corpo, la Ghiandola Pineale o Epifisi è, fin dai tempi di Cartesio, il luogo in cui Anima e Corpo si incontrano. E’ una ghiandola endocrina su cui è stata fatta luce solo negli ultimi anni in Occidente, oltre a comunicare con la Ghiandola Ipofisi ed indirettamente su tutto il sistema Endocrino produce molte sostanze, molte delle quali ancora sconosciute, tra quelle conosciute tra le più importanti la Melatonina, ormone responsabile del ritmo sonno-veglia ed anche potentissimo antiossidante; la Pinealina, sostanza che aprirebbe le porte della mente subconscia permettendo il raggiungimento di stati di coscienza molto elevati, sarebbe dunque la sostanza che aiuterebbe l’Uomo verso la propria illuminazione, motivo per cui è associata al Sesto Chakra o terzo occhio, centro che consentirebbe all’individuo di avere accesso all’Intuizione aldilà del pensiero.

Che cosa sono le Campane tibetane e come funzionano?

Amo chiamarle strumenti “divini”che a parole, per quanto possa raccontarle la loro funzione e la loro storia, non avrebbero il degno valore. Dico sempre alle persone che si avvicinano per la prima volta che vanno provate. Sono strumenti antichi di guarigione utilizzati in Tibet presso gli Sciamani Bon ancora prima dell’avvento del Buddhismo. La loro caratteristica è quella di essere composti da 7 metalli preziosi, connessi all’energia dei 7 pianeti del Sistema solare e proprio grazie alla loro alchimia e al loro suono sono in grado di creare potenti vibrazioni che entrano in risonanza con le nostre frequenze apportando beneficio psico-fisico ed energetico. Vengono appoggiate sui diversi centri energetici e zone del corpo, a seconda dell’esigenza della persona, e vengono suonate e il risultato è sensazionale: profondo rilassamento, riduzione dello Stress, scioglimento delle tensioni e molto altro.

Lei conosce il Ticino? Vorrebbe operare nel Ticino? Ha già dei legami in loco?

Conosco poco il Ticino ma mi piacerebbe poter lavorare lì, prima di tutto perché alle persone è data molta più libertà di poter scegliere come curarsi e trovo che ci sia molta più apertura rispetto al mio lavoro e sia dato molto più valore alle Medicine Complementari.

Quali sono ai suoi occhi i maggiori pregi della Svizzera? Quali i maggiori difetti?

Dovrei viaggiare di più in Svizzera per darle un parere, in ogni caso non mi piace parlare dei difetti né dare giudizi negativi, mi piace mettere energia sul lato positivo in generale della vita, lo stesso per le persone e i luoghi. Per quel poco che conosco della Svizzera trovo che sia un Paese pacifico, con un’economia molto solida e tante risorse, forse il fatto di essere neutrale politicamente rispetto agli altri Paesi le ha consentito una certa tranquillità sotto tutti gli aspetti e trovo che in Svizzera, come anche in altri Paesi del Nord Europa ci sia molto più contatto con la Natura e rispetto per Essa, e questo le fa onore.

Esclusiva di Ticinolive

foto di Fabrizio Petrillo