luce_xdal blog iecgtoniutti.wordpress.com

Questa mattina, all’alba, mi sono imbattuto in un cammino sconosciuto. Il mio passo era lento, stranamente lento se paragonato al mio ritmo abituale. Avevo deciso di andare ovunque mi conducesse il sentiero. Dopo poco più di un’ora, senza aver incontrato nessuno, ho sentito il suono delle campane di una chiesa. Questo suono mi rendeva gioioso, era pieno di vita. Rapidamente mi sono trovato in mezzo ad una cinquantina di persone che venivano ad assistere probabilmente ad un ufficio delle letture. Questa piccola chiesetta era bellissima, semplice, in stile romanico, del IX secolo. Non avrei mai potuto immaginare di trovarla qui.

Non avevo nessuna intenzione di partecipare alla funzione, essendomi allontanato da molto tempo dal rito ecclesiastico. Tuttavia, la bellezza di questa chiesa, del luogo in cui mi trovavo e il sorriso delle persone che si trovavano intorno a me, mi spinsero naturalmente a partecipare, come in preda ad un flusso di energia indomabile. Mi sedetti nell’ultima fila, confidando di andarmene subito dopo aver contemplato l’interno.

In questo momento un frate entrò da una piccola porta posteriore, senza celebrare la messa, si sedette comodamente sulla sedia al centro del coro, lesse un passaggio del Vangelo con poche parole “la luce brilla nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”. Poi, più nulla, il silenzio.

Mi ci è voluto molto prima di capire che si trattasse di una lettura contemplativa. A quel punto, immerso nel mio silenzio, mi accorsi che il tempo sembrava come sospeso, sembrava si fosse fermato. Ho chiuso gli occhi ma non saprei dire per quanto. Un sentimento di pace invadeva il mio cuore, il mio corpo era rilassato e all’improvviso sentii queste parole risuonare in me, “ecco, è questa la vita, non ci può essere luce senza tenebre, chi non accetta le tenebre non potrà essere invaso dalla luce”. Quando riaprii gli occhi, ero solo nella chiesa. Uscii. Tutte le persone che avevano assistito alla lettura contemplativa erano lì, discutevano tra di loro, mi salutarono, mi offrirono un bicchiere d’acqua, ma non mi chiesero nulla. Un uomo si avvicinò a me e mi disse “grazie di aver condiviso con noi questo momento”. Poi, con una straordinaria rapidità, tutte queste persone sparirono alla stessa velocità con cui le vidi arrivare.

Il momento sabbatico indica la sospensione, il tempo di riposo. L’estate ci invita a prendere un altro ritmo, a distoglierci dalle nostre abitudini per ricaricarci, per ritrovarci con noi stessi, con chi ci sta accanto, con i nostri amici, o con degli sconosciuti che incontriamo, pieni di umanità. È stato un momento straordinario.

Emmanuel Toniutti