La comunità internazionale sta operando in Albania per trovare un accordo fra il partito del premier Sali Berisha e l’opposizione guidata dal sindaco socialista di Tirana Edi Rama.
Catherine Ashton, responsabile della diplomazia europea, ha incontrato entrambi martedì, mentre mercoledì a Tirana è arrivato Miroslav Lacjak, direttore per i Balcani del servizio diplomatico europeo, che dopo un colloquio con il presidente albanese Bamir Topi ha anche voluto incontrare Berisha e Rama.
Dopo il colloquio con Lacjak, Berisha ha annunciato l’annullamento della manifestazione di sabato organizzata dai suoi sostenitori. Un annuncio che può essere visto come il primo segno di distensione nella crisi politica albanese, scoppiata dopo i cortei di protesta contro il governo del 21 gennaio a Tirana, dove tre manifestanti erano stati uccisi dalle forze dell’ordine.
Edi Rama ha invece fatto sapere che venerdì si terrà come da programma la manifestazione pacifica organizzata dall’opposizione in memoria delle tre vittime del 21 gennaio.
L’interesse europeo nel trovare una soluzione per la crisi dell’Albania è dato soprattutto dal fatto che il paese balcanico aspira a candidarsi per aderire all’Unione europea.

L’ostilità fra il premier Berisha e il sindaco di Tirana risale al 2009, quando si erano svolte le elezioni legislative. L’opposizione socialista aveva accusato Berisha di frode elettorale e da allora reclama un nuovo conteggio dei voti. Una richiesta che il governo al potere rifiuta di considerare, portando l’opposizione, guidata da Edi Rama, a boicottare inizialmente il Parlamento e poi a ridurre al minimo il suo ruolo legislativo. Rama vuole elezioni legislative anticipate e durante le manifestazioni del 21 gennaio ha ufficialmente chiesto le dimissioni del primo ministro.