Sui mercati sta venendo meno la fiducia che la Grecia riuscirà ad andare oltre la pesante crisi finanziaria. Ieri l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s ne ha nuovamente tagliato la nota sovrana, mentre aumentano le voci generate dal summit europeo di venerdì scorso riguardo ad una possibile uscita della Grecia dalla Zona euro.
Un ritorno alla dracma non gioverebbe in alcun modo alla Grecia, anzi farebbe crollare il potere d’acquisto e aumentare i problemi sociali ed economici. I governi della Zona euro si sono affrettati ad assicurare di non aver mai considerato la possibilità che il paese abbandoni la moneta comunitaria.

La stampa greca è ironica al riguardo. Nella sua edizione odierna il quotidiano Ta Nea scrive : “Potremmo chiederci perchè questo scenario tocca la Grecia e, ad esempio, non l’Irlanda. Perché si evoca l’uscita dalla Zona euro della Grecia e non dell’Irlanda, che si trova ad affrontare problemi simili?
La spiegazione è semplice: se guardiamo i risultati dello sviluppo economico irlandese nel primo trimestre 2011 vediamo che sono positivi. In Grecia invece niente. Se discutiamo con uno straniero e gli spieghiamo che il nostro governo sta negoziando con i sindacati per sapere se lo Stato deve conservare il 51% o il 34% della compagnia nazionale dell’energia elettrica, questo ci prenderà per pazzi e penserà che noi greci dovremmo piuttosto entrare a far parte dei paesi membri dell’Unione d’Africa centrale.”