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Il prossimo 5 giugno voterò un più che convinto SI all’iniziativa dei Verdi contro l’investimento di AET nel carbone e un altrettanto convinto NO al controprogetto del Gran Consiglio. Prima si esce da questo scellerato investimento, meglio é.

Un chiaro ed inequivocabile SI all’iniziativa permetterà di dare finalmente un indirizzo chiaro alla politica energetica di questo Cantone e costituirà un segnale forte e chiaro alla politica e all’AET stessa che la popolazione vuole ora, non fra 20 o 30 anni, un cambiamento concreto di rotta.
Il carbone è una tecnologia obsoleta e soprattutto che sarà nel corso degli anni sempre più costosa, cosa quest’ultima che farà di molto ridurre l’effettivo valore, ammesso e non concesso che ce ne sia uno, dell’investimento.
Di conseguenza meglio uscire subito, sapendo bene o male quanto si perde, che aspettare 20 anni senza sapere quanto ci costerà per finire l’impegno di AET nella centrale di Lünen.

Senza dimenticarci che bisognerebbe anche in questo Cantone smetterla di far pagare gli errori di oggi alle generazioni di domani. A me, e sono sicuro anche alla maggioranza della popolazione ticinese, interessano poco o nulla i giochetti politici in atto, interessa la sostanza. Non interessa l’ambiguità della Lega, che ieri sostiene con i suoi due rappresentanti nel Consiglio d’Amministrazione di AET l’investimento di Lünen e oggi invece sostiene l’iniziativa popolare che combatte quell’investimento. Così come non interessa il tentativo di PLRT e PPD di sminuire gli errori fatti da AET sotto la loro regia.

E’ ora di cambiare, un cambiamento si impone a livello di gestione dell’AET e soprattutto a livello di politica energetica cantonale. Il controprogetto è un tentativo maldestro di nascondere gli errori fatti, ma è anche una presa in giro per la popolazione ticinese. Ci si chiede infatti come mai, dopo aver detto no a tutte le proposte volte a sostenere e incentivare investimenti nelle energie rinnovabili, immediatamente dopo la riuscita dell’iniziativa popolare ci si riscopre sostenitori delle energie rinnovabili.
La presa per i fondelli della popolazione ticinese raggiunge il suo culmine quando PPD, PLRT e UDC costituiscono un comitato di sostegno al controprogetto denominato “Comitato a sostegno delle energie rinnovabili”. Non c’è che dire, se non che hanno una gran faccia tosta! Se costoro veramente credono nelle energie rinnovabili, perché si sono guardati bene dal dire chiaramente che sosterranno in Gran Consiglio proposte volte a concedere dei crediti importanti a favore delle energie rinnovabili anche se l’iniziativa dovesse essere approvata e il controprogetto bocciato ?

Basta con le prese in giro, vogliamo finalmente una politica energetica degna di questo nome, che al di là della garanzia d’approvvigionamento in energia pulita punti anche sul risparmio energetico. Chiaramente sarà difficile che sia l’AET a puntare sul risparmio energetico, visto che il suo scopo è quello di fare utili e quindi di vendere più energia possibile. Sta alla politica assumersi le sue responsabilità e, visto che sembra non sia in grado di farlo, ci penserà la popolazione ticinese.

Andiamo quindi a votare e votiamo SI all’iniziativa e NO al controprogetto perché:
– Vogliamo un’altra politica energetica per il Ticino, basata sull’efficienza energetica, sulla riduzione dei consumi e sulla produzione di energia da fonti rinnovabili;
– Vogliamo investimenti importanti subito nelle energie rinnovabili, cosa che avrà anche degli effetti molto positivi sull’economia locale;
– Vogliamo mettere un freno definitivo alle derive e alle bugie di AET e dei partiti che da decenni la dirigono (tra l’altro nel messaggio presentato al Gran Consiglio si diceva che il carbone utilizzato era presente in loco, poi si scopre che invece in realtà arriverà dalla Colombia…);
– Vogliamo evitare ulteriore spreco di denaro dei ticinesi in operazioni rischiose e azzardate (olio di palma e altri investimenti fallimentari del genere di AET dovrebbero pure averci insegnato qualcosa…);
– Non vogliamo contribuire direttamente alla costruzione di una centrale che produce energia sporca con tutto quello che ne consegue;
– Non vogliamo essere complici dello sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere in Colombia, da dove arriverà il carbone utilizzato nella centrale di Lünen;
– Non vogliamo farci prendere per i fondelli da chi, dopo aver detto di no a qualsiasi investimento, dalla sera alla mattina si riscopre “sostenitore” delle energie rinnovabili;
– Non vogliamo far pagare ai nostri figli gli errori fatti oggi.

Gilbert Jorio
PS di Pianezzo