Si avvicina il decimo anniversario dell’11 settembre 2001 e la stampa statunitense pubblica decine e decine di edizioni straordinarie e di dossier esclusivi su quanto accadde quel giorno a New York e a Washington.


Nella sua edizione di lunedì 5 settembre, il New York Magazine presenterà l’enciclopedia completa dell’11 settembre 2001, ossia 92 voci dalla A alla Z.
Testi brevi esplicativi scritti da diversi giornalisti del magazine e da redattori esterni, invitati per l’occasione. Il tutto per sapere con esattezza cosa accadde quel giorno al World Trade Center e al Pentagono e quali furono l’impatto e le conseguenze, negli Stati Uniti e nel mondo.
Sempre in questo numero il celebre editorialista Frank Reich scrive su quello che chiama « il decennio della disillusione » e cerca di capire chi, fra terroristi e governo USA, sia veramente uscito vincitore.

Il Foreign affairs, rivista specializzata in politica estera, analizza tutti gli scenari geopolitici a distanza di dieci anni, dal futuro di al Qaeda al ritiro dei soldati occidentali dispiegati in Afghanistan, alle conseguenze degli attentati sulla politica estera statunitense.
Il magazine Time presenterà ai lettori un’edizione speciale molto ambiziosa. Un numero commemorativo accompagnato da un libro e da un documentario, diffuso dai canali televisivi CNN, HBO e CW e basato su una serie di interviste a personalità di spicco della politica e della diplomazia americana (fra cui l’ex presidente George Bush, l’ex ministro della difesa Donald Rumsfeld e l’ex sindaco di New York Rudolf Giuliani).

Un decimo anniversario nel quale la stampa, non solo americana, celebrerà dunque in maniera grandiosa una delle date più tragiche della storia degli Stati Uniti e lo farà analizzando e ripercorrendo ogni dettaglio di quel che – secondo la versione ufficiale – accadde quel giorno.
Secondo la versione ufficiale, il responsabile degli attacchi era stato il capo di al Qaeda, Osama Bin Laden e i quattro aerei di linea erano stati dirottati da 19 musulmani fondamentalisti.
Per onor di cronaca va ricordato come ci sia anche un’altra versione per spiegare i fatti dell’11 settembre 2001, quella che sostiene l’auto-attentato.

Viene chiamata versione MIHOP, make it happen on purpose, e sostiene che gli attacchi erano stati orchestrati dal governo di Washington e spacciati per atti terroristici di al Qaeda con lo scopo di giustificare l’invasione di Iraq ed Afghanistan e per la riduzione delle libertà civili attraverso l’introduzione del Patriot Act.

L’argomento forte della versione MIHOP è che le due torri del World Trade Center, così come un edificio adiacente, indicato come WTC 7, siano crollati come risultato di una demolizione controllata con esplosivi pre-posizionati negli edifici.
Come si è visto nei numerosi filmati, le torri e l’edificio 7 erano crollati in una verticale perfetta, direttamente sulle proprie fondamenta.
A sostegno di questa tesi numerosi testimoni e sopravvissuti. Intervistato dal New York Times, l’assistente del capo dei pompieri di New York, Stephen Gregory aveva confermato: “Pensavo, prima che la seconda torre crollasse, di aver visto dei lampi e degli sbuffi nella parte inferiore. Ho visto come un flash in corrispondenza dei livelli bassi dell’edificio. Avete presente come quando demoliscono un palazzo?”

A contraddire questa supposizione era intervenuto un voluminoso rapporto del NIST, l’Istituto statunitense degli standard e della tecnologia, dove si afferma che a danneggiare la struttura delle torri e a portarle successivamente al crollo sarebbe stato il carburante dei due aerei.
Il NIST non aveva però spiegato perché era crollato anche l’edificio 7, che non era stato colpito da nessun aereo.
E’ verosimile pensare che in questi giorni che precedono il decimo anniversario, non mancheranno copiosi dossier e edizioni speciali che rilanceranno anche la versione dell’auto-attentato.