Mettiamo che oggi, in un periodo di tormenti e passione per il PLRT, ad ogni membro del partito venisse chiesto cosa significhi – a suo modo di vedere – essere liberale.
Quali risposte uscirebbero? Quali suggerimenti, opinioni? Facendo qualche ipotesi…
… qualcuno potrebbe dire che essere un liberale significa non limitarsi ad avere semplicemente un programma.
Si potrebbe dire che invece di trincerarsi dietro a vari proclami, un liberale tasta, esamina, ascolta, cerca di capire.
Qualcuno direbbe che essere liberale significa non speculare né adagiarsi su una posizione di leadership che appartiene al passato.
Qualcuno potrebbe dire che a visioni ad angolatura stretta, un liberale preferisce sviluppi ad ampio raggio.
Un liberale si mette in discussione. Anche questa potrebbe essere una risposta.
Qualcuno potrebbe sostenere che essere liberale significa andare oltre le classi d’interesse, pensare in termini di comunità. Questo perché un liberale non persegue l’individualismo e nel gruppo il presidente non sarebbe l’unico artefice dei successi né il capro espiatorio degli insuccessi.
C’è chi direbbe che un liberale non recrimina e non cerca colpevoli.
C’è chi direbbe che essere liberale vuol dire fare promesse che si è in grado di mantenere. E che più che fare promesse, un liberale fissa obiettivi adeguati nella sostanza e nel tempo.
Forse qualcuno direbbe che essere liberale significa evitare di stringere collaborazioni con chi in passato è stato antagonista, come ad esempio il domenicale Il Caffè.
E che sicuramente non è un atteggiamento da liberali chiudere da un giorno all’altro rossoblù.ch, il portale web del partito, soprattutto a pochi giorni dall’inizio di una campagna elettorale. Adducendo motivazioni di ordine finanziario.
Dopotutto anche l’HCAP ha evitato di dover chiudere mobilitando aderenti, amici e tifosi che in poco tempo hanno saputo mettere in piedi un’energica e vincente campagna di raccolta fondi.
B. Ravelli