Il nuovo premier italiano Enrico Letta e il presidente francese François Hollande chiedono maggior impegno per portare la crescita in Europa. Prima della visita a Parigi, Letta si era recato a Berlino, dove aveva incontrato la Cancelliera tedesca Angela Merkel ed entrambi avevano garantito il proseguimento della politica di austerità.
L’idea che da sola l’austerità conduca a niente si fa strada in Europa, considerano alcuni commentatori, mentre altri sconsigliano di rinunciare al rigore di bilancio.

La richiesta di un alleggerimento moderato della politica di austerità si impone progressivamente in Europa, scrive il quotidiano spagnolo Cinco Días, dopo l’appello congiunto di Letta e Hollande a sostenere maggiormente la crescita : “Un vento di cambiamento soffia dolcemente sull’Europa. La rivendicazione delle economie più deboli della Zona euro a favore di una politica congiunturale si propaga lentamente e con prudenza.
Se un anno fa Hollande era l’unico che chiedeva la fine dell’austerità, oggi le sue richieste sembrano più realiste. In occasione dell’incontro a Parigi con il premier italiano Letta, il presidente francese ha nuovamente chiesto una politica europea di crescita. Al contempo ha riaffermato la necessità di continuare a correggere il bilancio deficitario.”

Enrico Letta e François Hollande hanno sottolineato mercoledì a Parigi che il risanamento dei bilanci pubblici non deve ignorare lo stimolo dell’economia. Il quotidiano austriaco Der Standard sconsiglia ai partner europei il cambio di rotta : “Paesi come l’Italia o la Francia sono ben lontani dall’aver esaurito le loro possibilità. Ad esempio, l’anno scorso il governo francese aveva ridotto da 62 a 60 l’età della pensione per le persone con un lungo periodo lavorativo alle spalle …
A Roma il governo attuale si impegna ad abrogare le riforme del precedente governo. Sostenere questo genere di pessima gestione sarebbe una negligenza grave da parte dei partner europei.
L’Italia e la Francia vogliono solo deviare l’attenzione dai propri errori e dalle carenze del loro sistema politico. Gettare tutta la colpa sulla Cancelliera tedesca Angela Merkel è troppo facile. Sino ad oggi, di fronte a ritardi giustificati nella riduzione del debito Bruxelles si è sempre mostrata aperta a compromessi. Concessioni supplementari non sono necessarie.”