Il Papa ha ammesso la difficoltà di riformare la Curia romana, evocando “una corrente di corruzione” e l’esistenza di una lobby gay, secondo religiosi latino-americani che hanno fatto il resoconto del loro incontro con Papa Francesco I.

Interrogato al riguardo, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha sottolineato che si è trattato di un colloquio privato al quale non era presente, sul quale non ha dunque alcun commento da fare e sul quale non può portare giudizio.

La riforma della Curia voluta da quasi tutti i cardinali durante le riunioni preparatorie dell’ultimo conclave è un’impresa difficile – ha ammesso Papa Francesco, in occasione di un’udienza accordata il 6 giugno ai responsabili della Confederazione latino americana e dei Caraibi dei religiosi.

Secondo una sintesi del colloquio riportato martedì 11 giugno dal sito cattolico progressista Reflexión y Liberación, il Pontefice ha aggiunto : “Nella Curia vi sono persone sante, veramente, ma c’è anche una corrente di corruzione. Si parla di una lobby gay ed è vero, esiste. Dobbiamo vedere cosa possiamo fare.”
“Io non posso condurre una riforma – ha proseguito, ammettendo di essere molto disorganizzato.
Sarà il lavoro di un gruppo di otto cardinali nominati dallo stesso Pontefice e che si riuniranno per la prima volta in maniera ufficiale a Roma in ottobre.

Prima dell’elezione di Papa Francesco, diversi giornali italiani avevano evocato l’esistenza di una lobby gay che sarebbe sia gruppo di pressione, sia vittima di ricatti di prelati in Vaticano. La sua esistenza avrebbe a tal punto turbato Benedetto XVI da spingerlo alla decisione di lasciare la carica di Pontefice. La Santa Sede aveva smentito categoricamente quelle che aveva definito “maldicenze, disinformazione e calunnie”, che invece sembrano essere realtà.