Attilio Bignasca, coordinatore, che ha inviato il duro comunicato alle redazioni, non fa sconti

“Mostruosa palla al piede”

(Francesco De Maria) La tregua, se c’è stata, è durata poco, l’espace d’un matin (o après-midi). Ricordo l’invito del Municipio alla stampa sul cantiere del LAC, c’ero andato eccome. Borradori uno zucchero, Giovanna raggiante. Io ero perplesso ma, in fondo, contento, e mi dicevo: “La linea della Lega è cambiata, Borradori, vincente, l’ha cambiata. Ora ci si può permettere il lusso di essere soft. La cultura è ciò che di meglio vi è per l’umanità, ma è molto, molto costosa…” Com’ero ingenuo e inesperto! Fortuna che non faccio politica, tutti si approfitterebbero di me.


Il LAC è – e sempre più sarà – una deleteria palla al piede per le finanze e la capacità d’investimento della città di Lugano – scrive la Lega -. Solo l’edificio costerà 240 milioni di franchi (se va bene) pagati interamente dal contribuente luganese (in totale contrasto con quanto accade al tanto magnificato KKL di Lucerna, nel cui finanziamento sono coinvolti comune, cantone e privati). A lavori ultimati lo stabile, tra gestione ed ammortamenti, costerà al cittadino luganese 25 milioni all’annoLa spesa secca del Dicastero cultura raggiungerà tranquillamente i 15 milioni di franchi annui. Si arriva dunque in questo modo alla somma, esorbitante, di 40 milioni annui, che peraltro la municipale Masoni non contesta.

A ciò si aggiunge che, come dimostra l’esempio del KKL, anche al LAC nel giro di una decina d’anni dall’apertura saranno necessari investimenti straordinari per almeno una quindicina di milioni. È inoltre un dato di  fatto che l’attuale offerta culturale della Città di Lugano, malgrado i costi stellari, non ha alcuna valenza turistica e non porta alcun indotto economico. Pur non volendo porre limiti alla Provvidenza, riesce tuttavia difficile immaginare che, dopo l’apertura del LAC, tale politica conoscerà la necessaria inversione di rotta a 180 gradi. Le stesse cifre d’affluenza  citate dalla capodicastero nell’intervista su 20 minuti e Tio, non rispecchiano la realtà in quanto ampiamente gonfiate tramite l’inclusione di scolaresche precettate e biglietti omaggio agli sponsor. Ma, anche a volerle tenere per buone, esse sono comunque desolanti. Un totale di 60mila biglietti per tutti i musei cittadini sull’arco di un anno, è una miseria: se una singola mostra a Lugano non totalizza almeno 70-80mila ingressi, a fronte di costi spesso superiori  al milione di franchi, non vale nemmeno la pena farla”.

Una risposta merita poi l’insistenza della municipale Masoni sul fatto che la Lega avrebbe approvato il messaggio per la realizzazione del polo culturale. La Lega dei Ticinesi ha approvato il messaggio sulla base di promesse che sono state ampiamente, quando non totalmente, disattese.

1)  La Lega dei Ticinesi ha approvato il messaggio per costruzione del LAC valutando positivamente la possibilità di creare occasioni di lavoro per aziende ed artigiani ticinesi. Questo presupposto, fondamentale per il nostro Movimento, non si è verificato: sul cantiere LAC lavorano quasi solo ditte straniere. La COMSA, impresa spagnola con direttore italiano, non ha perso occasione per lasciare a casa, con pretesti vari, le aziende ticinesi  per  chiamare, al loro posto, ditte dalla vicina Penisola. Né si può dimenticare  lo scandalo del caporalato su un cantiere pubblico della città di Lugano.

2)  L’ente pubblico è totalmente in balia della COMSA, alla quale è stato necessario versare 8 milioni di franchi extra per tacitarne le esorbitanti pretese. L’equivalente della metà dell’incremento delle entrate portate dall’aumento del moltiplicatore di cinque punti percentuali, viene dunque consegnata agli spagnoli della COMSA! Tale situazione, così come quella di cui al punto precedente, è ad ascrivere all’inadeguatezza del Dicastero edilizia pubblica e della municipale Masoni nel gestire un’opera di queste dimensioni.

3) Il Messaggio municipale approvato dalla Lega prevedeva la dismissione di Villa Heleneum che, messa sul mercato, frutterebbe almeno 30 milioni (offerta nelle mani del Municipio): quanto basterebbe per finanziare quasi integralmente l’investimento nella nuova casa anziani di Pregassona, attualmente congelato perché un centro culturale votato al fallimento ha la priorità su un’opera necessaria alla nostra popolazione! Ma anche la promessa di dismissione della Villa Heleneum è stata disattesa.

4) Non c’è al momento alcuna chiarezza sul futuro del settore museale: all’apertura del LAC rischia di non far seguito alcuna chiusura di sede attuale, contrariamente a quanto indicato nel Messaggio municipale, con un proliferare di sedi  (prive di pubblico)  e conseguenti  pesanti costi a carico del contribuente luganese. La Lega dei Ticinesi ribadisce quindi che il LAC è, e sempre più sarà, una mostruosa palla al piede per le finanze cittadine. Un pozzo senza fondo che tarperà le ali ad iniziative ed investimenti a favore della cittadinanza e della promozione economica. E tutto per regalare ad una piccola élite autoreferenziale di danarosi intellettualini il proprio costosissimo giocattolo pagato con i soldi di tutti i contribuenti.

Si prende infine atto che la municipale PLR Masoni avrebbe voluto, per sua dichiarazione, aumentare le imposte già lo scorso anno, dimostrandosi così membro a tutti  gli effetti del partito del “tassa e spendi”. Ciò che non sorprende da chi si è fatta fare campagna elettorale dal partito socialista. Vengono poi respinte al mittente le vacue allusioni a “vantaggi privati Mattino”. Il Mattino e la Lega difendono gli interessi dei cittadini luganesi ed il loro diritto a non vedere i soldi delle proprie imposte andare in fumo per finanziare sperperi culturali a vantaggio degli amici della Signora Masoni. La quale può stare tranquilla: la Lega dei Ticinesi non sente alcun bisogno di fare “la pace” con chicchessia”.

Lega dei Ticinesi