Manaus

Manaus, Arena dell’Amazzonia, ore 22

Manaus, Arena dell’Amazzonia, ore 22

HONDURAS – SVIZZERA

Honduras: Valladares, Beckeles, Bernardez, Figueroa, J.C. Garcia; W.Palacios, O. Garcia, Claros, Espinoza; Bengtson, Costly. All.: Suarez.

Svizzera: Benaglio, Lichtsteiner, Djourou, Schaer, Rodriguez; Behrami, Inler, Shaqiri, Xhaka, Mehmedi; Drmic. All.: Hitzfeld.

Già al 5° la Svizzera passa in vantaggio, con un potente tiro di Shaqiri nell’angolo alto, sul quale il portiere honduregno arriva in ritardo.  1 – 0

Che lo stadio di Manaus sia stupefacente, non è necessario che ve lo dica, basta guardare. Ma l’Arena Amazonia, 42 mila posti a sedere, è stata realizzata apposta per questo Mondiale e al momento viene considerato lo stadio più bello del torneo per la sua forma a cesta di paglia tipica delle tribù indigene. Si tratta di un impianto ultramoderno, costato 203 milioni di euro, costruito in posizione strategica, non distante dal centro e dall’aeroporto cittadino, che poche settimane fa ha subito il crollo di una parte di tetto per via delle piogge. (La Repubblica scrive che il campo è un disastro, io non mi pronuncio)

Al 30° i rossocrociati raddoppiano con un fastastico gol di Shaqiri, che fa il bis con spunto individuale su perfetto passaggio di Inler.  2 – 0. La qualificazione è vicina.
Al 39° l’arbitro ordina un breve time-out (la temperatura è intorno ai 30°, il tasso di umidità molto alto).

Francia ed Ecuador alla fine del primo tempo sono sullo 0 – 0. Le cose vanno alla grande. La Svizzera ha giocato bene e ha meritato il suo doppio vantaggio. L’incubo della débâcle contro la Francia sembra svanito e già lontano.

Durante la pausa leggiamo insieme una famosa e commovente poesia, che parla di calcio.

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla- unita ebrezza – par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte.

Abbiamo letto Goal di Umberto Saba. Incomincia il secondo tempo.

L’Honduras va all’attacco e la Svizzera si difende con un certo affanno. Grande rischio al 51° dopo un’uscita a vuoto del portiere Benaglio.

“Quasi rigore” contro gli elvetici ma l’arbitro (per fortuna) non ci sta. La Francia al 63° non si è ancora schiodata dallo 0-0.

E nuovamente segna, per la terza volta, Shaqiri, ben servito da Drmic. 3 – 0: il punteggio assume proporzioni trionfali. (Bisogna che vada a vedere chi è Shaqiri, torno subito). 

Xherdan Shaqiri (Gnjilane, 10 ottobre 1991) è un calciatore svizzero di origine kosovara-albanese, centrocampista del Bayern Monaco e della Nazionale svizzera.

All’86° Shaqiri lascia il campo, carico di gloria. Non giocherà gli ultimi minuti. La partita è piu’ calma ora, l’Honduras sembra rassegnato. Per un istante la TV inquadra Blatter. La partita è finita. Le partite sono finite.

SVIZZERA-HONDURAS 3-0
FRANCIA-ECUADOR 0-0

L’Italia va a casa, la Svizzera (per il momento) no. Dopo la batosta contro la Francia grazie a questa bella vittoria la Nazionale è risorta. Giocherà tra 5 giorni a San Paolo, contro l’Argentina.