Di questi tempi il desiderio di uccidere il colonnello libico Gheddafi è più vivo che mai. Sprona al combattimento i rivoltosi partiti da Bengasi, mette in fibrillazione il presidente francese Sarkozy e tenta anche la Casa Bianca.

“Uccidere Gheddafi?” è il titolo di un articolo pubblicato venerdi dal quotidiano romando Le Temps, dove viene spiegato che malgrado la tentazione sia grande, uccidere Gheddafi avrebbe conseguenze molto fastidiose.
Oltre a essere difficoltoso, l’assassinio del dittatore libico da parte di uno Stato occidentale può avere un effetto boomerang. Il rischio per un capo di Stato che si lancia in una simile operazione è quello di essere ucciso a sua volta o di innescare un’interminabile crisi politica, bellica e diplomatica.
Lo sanno bene gli Stati Uniti: il tentativo fallito di uccidere Gheddafi nel 1986 ha dato avvio a una serie di attacchi contro gli interessi americani che dura ancora oggi.

Quel che appare inevitabile si legge nell’articolo di Le Temps, è che per la Libia si avvicina il momento delle decisioni difficili. I paesi suscettibili di intervenire dovranno decidere in tempi brevi se sferrare un attacco militare, molto pericoloso, oppure se lasciare la Libia al suo destino.