Comunicato stampa del Consiglio del Pubblico Corsi

Riflessioni sull’offerta informativa

Il Consiglio del pubblico della CORSI sta dedicando, in questi ultimi mesi, una particolare attenzione all’offerta informativa della RSI sui tre vettori tv, radio e web. Un rapporto articolato e con le valutazioni complessive sarà pubblicato sul prossimo numero di per.corsi. Alcuni elementi di questo rapporto sono stati discussi nelle sedute di novembre e di dicembre con il direttore Maurizio Canetta e i responsabili dell’informazione Reto Ceschi, del Telegiornale Roberto Cattaneo e del Radiogiornale Fabrizio Ceppi.

Partendo dalle osservazioni fatte nel corso degli ultimi mesi da parte dei suoi membri e da molteplici segnalazioni del pubblico, il CP ha sollevato il tema della sovraesposizione dei politici in generale, e dei consiglieri di Stato in particolare, nei servizi del Quotidiano. Al di là dal numero delle apparizioni, che i responsabili della RSI hanno tenuto a relativizzare, il CP raccomanda di evitare eccessi e ribadisce la propria preoccupazione e attenzione per questi aspetti. Se il ricorso all’intervista con il politico è giustificato quando il tema è politico, si ritiene lo sia molto meno quando si tratta di acquisire informazioni da esperti o di fornire dati e fatti che è compito specifico del giornalista. Un’attenzione particolare in questo senso sarà riservata, nei mesi a venire, al rinnovo del Consiglio di Stato ticinese.

Il CP esprime parecchie riserve sulla cronaca giudiziaria cantonale che sembra essere alla permanente caccia di anticipazioni o rivelazioni, come accaduto anche in questi giorni per un caso coperto dal segreto istruttorio. Su un’eventuale violazione del segreto d’ufficio non sta certamente al CP statuire, preme invece ricordare l’importanza di un approccio sensibile a temi che toccano la sfera privata delle persone. Nel rispetto dei criteri giornalistici andrebbero ben ponderati in tali casi il diritto/dovere all’informazione, l’interesse pubblico alla diffusione di una determinata notizia e, infine, la tutela della posizione delle parti coinvolte in vicende delicate e dolorose. Il CP, pur consapevole del contributo che un’informazione corretta può avere in termini di prevenzione, ha considerato inutilmente eccessiva la copertura dei media della RSI del processo per i reiterati abusi su cinque bambine nel Bellinzonese. Si è trattato di un caso certamente grave, ma data la delicatezza e la tenera età delle vittime era forse doveroso agire con maggiore ritegno. Dal momento che la giustizia stava facendo il suo corso e che l’imputato era reo confesso, ci si chiede quale fosse l’interesse pubblico nel seguire tutte le fasi del dibattito processuale con dovizia di particolari.

La vicenda del suonatore di organetto in via Nassa a Lugano, diventato un caso non tanto per la sua rilevanza fattuale, quanto per la straordinaria eco dell’evento sul web, ha trovato puntuale riscontro in un servizio del Quotidiano. Questo fatto ha condotto il CP a chiedersi come nelle redazioni della RSI si valutino e si ritenga di affrontare questi fenomeni di moltiplicazione virale di determinate notizie. Un caso analogo, ma dalle implicazioni più gravi e inquietanti, era stato quello della ridiffusione di un messaggio anonimo contenente pesanti minacce nei confronti del consigliere di Stato Bertoli. Nel mondo attuale, l’eco spesso incongrua che una notizia assume nel contesto del web travalica la consistenza del fatto che le ha dato origine, diventando essa stessa il fatto (più) rilevante anche dal punto di vista giornalistico. Il CP considera essenziale non prescindere comunque, nel rispetto del mandato informativo di servizio pubblico, da una puntigliosa verifica dei fatti e delle fonti, da un’analisi della rilevanza e dell’interesse giornalistico preponderante alla loro diffusione, analisi che deve essere fondata su parametri chiari, coerenti e riconoscibili. Le nuove realtà mediatiche non determinano certamente un’obsolescenza di questi criteri fondamentali.