Venerdì 17 aprile alle ore 21, la Società Astronomica “G.V. Schiaparelli”, presso il Salone Estense del Comune di Varese, ha aperto il ciclo di conferenze del 2015,”incontri fra cielo e terra”, con il contributo speciale del Professor Roberto Valvassori il quale ha intrattenuto il pubblico con un argomento del tutto insolito ”il futuro ha sei zampe: insetti come nuova fonte alimentare”.
La Società Astronomica, ha scelto come tema della serata la “soluzione alimentare alternativa” proposta dal Professor Valvassori, per essere in linea con le grandi tematiche che sottendono il progetto EXPO Milano, tenendo come tema centrale della il concetto della nutrizione sostenibile in equilibrio con lo sviluppo del pianeta.
Spesso ci si domanda: ma quando nel 2050 saremo cresciuti di altri due miliardi, come faremo ad alimentarci tutti? Mangeremo ancora la solita bistecca? La solita pastasciutta al ragù? Potremo ancora fare quello che facciamo oggi? Ecco cosa ci racconta il Professor Valvassori  su come poter vivere in maniera sana ma meno costosa per la terra.

<< Si sa che gli artropodi dominano il pianeta e tra questi troviamo gli insetti con circa un milione di specie per questi ultimi contro le 500 mila specie di mammiferi. Otto animali su 10 camminano a 6 zampe tanto che per ogni uomo vi sono in proporzione 2 kg di insetti. Di tutti gli insetti sulla terra, 1900 specie sono commestibili tra api, vespe, formiche, coleotteri e altre qualità.
L’ingestione di insetti per scopo alimentare, si chiama entomofagia ed è praticata in 113 paesi nel mondo dal centro-sud America, Africa e sud-est asiatico.
Quando nel 2050 saremo cresciuti da 7 a 9 miliardi, come faremo a rimanere energeticamente in equilibrio con le risorse del globo?
Nutrire il pianeta non è sinonimo di deliziare il pianeta ma serve cibo sicuro in quantità sufficiente per l’umanità.
Oggi come oggi il regime alimentare occidentale costa troppo, produrre la carne è troppo dispendioso energeticamente senza contare poi che per ogni persona sono necessari annualmente 42 Kg di carne e 19 di pesce.
Per comprendere che impatto ha nel futuro il nostro ingranaggio agroalimentare, basta pensare che per sfamare l’umanità, solo in Cina allenavo ogni anno 500 milioni di maiali e per fare ciò la Cina importa il 50% della soia mondiale, mentre sul globo 20 miliardi di polli finiscono sulle nostre tavole!

Ma questi animali da allevamento intensivo, sono davvero cibo sicuro e sostenibile?
Per tenere una produzione di bestiame al massimo regime, in Cina si somministrano antibiotici con una concentrazione, superiore di 4 volte di quella ammessa negli USA, a scopo di fattori di crescita. Inoltre un allevamento intensivo richiede molte materie prime per sfamare gli animali con il rischio del “collasso dei beni comuni”: per esempio i cereali rischiano di non bastare più e il loro prezzo si potrebbe innalzare terribilmente, mentre le terre coltivabili non saranno sufficienti a sopperire una tale richiesta di consumi e l’uso esacerbato di acqua per scopi agricoli, potrebbe prosciugare alcune falde come nel caso della California che negli ultimi 4 anni sta affrontando il problema della desertificazione.
I cereali oltre che per l’allevamento e la nostra alimentazione, vengono sempre di più adoperati come combustibili e anche questa voce di consumo sarà ne accentuerà una maggior richiesta.

Ma quanto costa un kg di carne in cifre?
Un chilo di carne “costa” 20 litri di acqua che equivale ad un consumo idrico superiore, dai 5 ai 20 volte, a quello finalizzato per produrre un Kg di cereali. Davanti a questi dati tangibili, dobbiamo renderci conto che il nostro stile alimentare non può’ estendersi a tutto il pianeta e non dobbiamo considerare, con arroganza, l’entomofagia come un qualcosa per persone povere o che si tratti di un cibo di “serie B”. Ci sono paesi come la Tailandia in cui servire un piatto di insetti con verdure, anche nelle mense scolastiche, è una normalità.
Si sa che i nostri predecessori, gli scimpanzé, mangiano insetti e che il contenuto di sostanze nutritive nobili, potrebbe essere stato la causa evolutiva dalla scimmia al’ uomo.
Nella storia, i romani ai tempi di Plinio, allevavano larve di coleottero, dalle farine, che consideravano gustose. Nella nostra cultura gli insetti invece sono visti come antagonisti, capaci di rovinare i raccolti e farci nascere la sensazione di ribrezzo.
Eppure indirettamente e inconsciamente tutti siamo entomofagi e si trovano insetti nei frutti come fichi, ciliegie oppure in farine, conserve, olio, cioccolata, formaggi e se vi piacciono i liquori colorati come l’alchermes, non dimenticatevi che quel colore rosso brillante, E 120, deriva proprio da un insetto di cocciniglia.
Si è stimato che annualmente, per ingestione indiretta e inconsapevole, ogni persona assume mezzo Kg di insetti all’anno.

La grande risorsa degli insetti non sta solo nelle loro proprietà nutritive in quanto ricchi di fibre, grassi insaturi, proteine grezze mentre il guscio è fonte di chitina i cui effetti benefici sul sistema immunitario sono ben noti da anni tanto che viene già commercializzata in farmacia in composti di vario genere come per esempio il chitosano. Infatti gli insetti hanno un indice di conversione del cibo alto: 1kg di insetti deriva da 1.7 kg di cibo mentre per un 1kg di manzo servono 10 kg di mangime con numerose perdite energetiche sotto forma di letame, calore e gas serra prodotto per il 18% pari alla quantità di quello prodotto dai trasporti. Gli insetti invece non producono gas serra, non disperdono calore, consumano poca acqua, non generano zoonosi trasmissibili all’uomo e pongono minori dilemmi etici.

Ma allora, con tutte queste caratteristiche positive, finiremo per mangiare gli insetti direttamente? CERTO! Per esempio si potrà aggiungere farina di insetti a pasta, biscotti, farina di frumento, come hanno già fatto in Francia e in Nord America,tanto che pare essere interessata a tale proposito, la nota marca italiana, la Barilla.
Sarà utile, ad oggi per legge europea non permesso, anche addizionare i mangimi con farine di insetti visto che pesci e galline in natura coadiuvano la loro dieta mangiandoli.
Oggi 1/3 dei cereali prodotti finisce nei mangimi e nel 2050 ne servirà la metà: cifre impossibili da sostenere così che si potrebbe aggiungere farine di insetti per risparmiare una percentuale importante di cereali.
Inoltre si puo’ pensare agli insetti come “feed” ovvero impiegare gli insetti, che sono capaci di alimentarsi con materie in via di decomposizione, per tramutare il cibo sprecato, che ad oggi è il 30% del cibo prodotto, in un qualcosa di riutilizzabile, ovvero insetti che poi possono essere a loro volta convertiti in farine e servire per comporre mangimi come già fanno in Sud Africa.

I sapori degli insetti possono essere svariati, da quello neutro, al dolciastro, all’aroma di limone in base all’insetto e a seconda di come vengono preparati tanto che alcune varietà, sono considerate vere e proprie prelibatezze>>.

Alla fine della serata, Gianna Finardi per Ticino Live ha fatto una domanda al Professor Valvassori:” ma come può l’Italia, o altri stati E.U., inserirsi in questo mercato degli insetti?”.

Professor Valvassori: E’ semplice, l’Italia non potrà sfamare il mondo ma può immettersi nel mercato mondiale producendo una tipologia di insetti D.O.C., dalle caratteristiche tipiche dei prodotti italiani. Gli imprenditori cinesi vogliono insetti garantiti e noi in Italia, come in Europa, abbiamo le capacità per produrli.
Già in Francia hanno allevato insetti con materie biologiche con il risultato di un prodotto d’eccellenza, ambito da acquirenti che esigono la qualità certificata come sinonimo di sicurezza alimentare”.

Il commento di Gianna Finardi
<< Oggi vorrei far riflettere gli innamorati della bistecca, magari alla milanese, ben fritta da accompagnare ad un piatto di patatine anch’esse fritte. Siete sicuri che state mangiando bene e sano? Siete sicuri di sapere da dove arriva quella carne? Avete letto l’etichetta della provenienza?

AtURcmsF7gz20OhzuGKCbrGpg2KSNQQTaWzoLzLYAteeQuando volete fare un brasato di cinghiale che, secondo l’immaginario collettivo, dovrebbe essere vissuto spensieratamente nella maremma ma… invece???

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E invece è un cinghiale targato USA che non ha mai visto lontanamente la maremma toscana!
Per dare l’idea di cosa sia questa globalizzazione della carne, al supermercato ho fatto una serie di fotografie per riflettere sul concetto di alimento sano, garantito, certificato, allevato secondo certi canoni che però variano da nazione a nazione e ogni nazione ha i suoi standard qualitativi, le sue leggi e i suoi “concesso o non concesso”.

Av64qLPHLwcC0-RaI_19g-vIMLV6pfLqgS1qWv0Oe3dv AsYijqZ0yMaiqhPv7dSTE2phHWjfrjXMYh58co_eRCWaSinceramente perdo sempre piu’ la fiducia nel mercato delle carni perché assomiglia ad una fabbrica con smercio internazionale, spogliata del concetto antico e saggio di allevare per mangiare, dove si alleva solo per produrre in termini numerici di chili prodotti con l’inevitabile conseguenza che la quantità va a scapito della qualità e purtroppo di questo passo sarà impossibile non valutare altri stili alimentari pur di garantire salute e sostenibilità>>.

 

ApwMVqHQlt6AtWTHDq50a7xNTh_K99CaMGBjek3fZ7wlVanni Belli, Presidente della Società Astronomica “G.V. Schiaparelli” con Roberto Valvassori, Professore ordinario del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università Insubria di Varese(DBSV).

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Particolare del Salone Estense del Comune di Varese