Se nel 2008 uscì l’ interessante libro di Francesca Rosso sul perché il cinema ama così tanto la danza, ora invece nel Foyer del Teatro Verdi di Pisa Silvia Poletti, insieme al Direttore Artistico della stagione di danza del teatro Silvano Patacca, si interroga sul perché la danza ami il cinema. E se, con un certo orgoglio, il direttore artistico rivendica che a Pisa, nel suo teatro, “la danza esiste” seppur con qualche difficoltà e ne declina le scelte di cartellone nel suo teatro, la giornalista Poletti ne spiega il perché attraverso quelli che sono i valori e i simboli del cinema, facilmente riconoscibili nei registi scelti dalle compagnie in cartellone: l’immortale Hitchcock e Mel Gibson.
E così, in quasi due ore di percorso emozionale ecco tra spezzoni cinematografici immortali tutto quel piacere, la seduzione, la bellezza e la sensualità del cinema e dei suoi registi più famosi pronti a declinarsi in un percorso fisico, unicamente fisico, che è quello della danza. Come la stessa Poletti dice “Lo sguardo del regista cinematografico determina la narrazione, l’estetica, la tonalità del racconto. Come riprodurre la visione di un cineasta nel linguaggio altro della danza? La sfida qui è colta da diversi autori. Il primo, Emilio Calcagno, già danzatore del Ballet Preljocaj, propone il suo intrigante omaggio al mito di Alfred Hitchcock fin dal titolo della sua pièce, Les Vertiges de Hitchcock, che rimanda a un film culto del supremo regista britannico, La donna che visse due volte … L’altro, a firma di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri per la loro RBR Dance Company, si rifà coraggiosamente a un film controverso per tema e realizzazione: La Passione di Cristo che Mel Gibson girò in Italia dieci anni fa… E infine la figura modernissima e per questo ancora stimolante per chiunque ne investighi il fascino, la conturbante e tormentata Anna Karenina, ha ispirato questa volta il coreografo estone Teet Kask nell’inedita proposta del Balletto di Milano”.
La sezione di Danza&Cinema in cartellone al Teatro Verdi di Pisa sviluppa e declina ciò che queste arti hanno in comune: lo spazio e il tempo del movimento dello scorrere. Sia che lo si faccia attraverso un gesto fisico, sia che lo si faccia con il dolly o con il primo piano di un film. Attraverso la visione di scene immortali di Psycho, Vertigo, Intrigo Internazionale e il ruolo che la musica ha avuto nel creare le atmosfere di questi celebri film, nasce un incontro straordinario sotto la magia della macchina da presa.
Ma come interrogare il corpo? Dall’incontro di cinema e danza nasce qualcosa di impensabile per le due arti separatamente. In questa nuova armonia le scene nel Foyer del Teatro si affollano di film famosissimi: Jesus Christ Superstar, poi Anna Karenina con Greta Garbo e Sophie Marceau, e accade qualcosa di straordinario: il pubblico riesce a trarne peculiarità e spunti che poi, grazie agli spettacoli in cartellone in teatro, ritroverà sul palcoscenico.
In occasione della recente scomparsa di David Bowie e come omaggio ma anche sintesi di questo senso di “crossover” tra le arti, viene proiettata la scena di Pilato del film The Passion di Mel Gibson, film ispiratore dello spettacolo di RBR The Man-the passion of Christ- in scena appunto al Teatro Verdi. David Bowie infatti fu, prima di tutto, grazie a Lindsay Kemp, grande danzatore e coreografo, un performer che lo aiutò a creare il personaggio alter ego di Ziggy, realizzando anche una performance dal vivo. Testimoniando,una volta di più e se ce ne fosse stato bisogno che, per un artista, tutte le arti sono il vero spettacolo.
Cristina T. Chiochia