Visto permanente concesso in Brasile al terrorista rosso, deciso da un giudice federale molto conosciuto
L’ex terrorista potrebbe essere estradato con la garanzia di scontare il massimo della pena prevista dalla legislazione brasiliana (30 anni) anziché i due ergastoli cui è stato condannato in Italia.
Come riferisce la stampa, il governo brasiliano avrebbe acconsentito all’estradizione per il criminale che fu condannato in contumacia all’ergastolo, per omicidio plurimo: l’uccisione nel ’78 del maresciallo della polizia penitenziaria Antonio Santoro; per l’uccisione nel ’79, durante la sua militanza nei partiti comunisti armati, del gioielliere Torregiani; per l’uccisione del macellaio Lino Sabbadin; per l’uccisione, infine, dell’agente della DIGOS Andrea Compagni. Battisti fu giudicato colpevole anche sulla base delle dichiarazioni di un suo ex compagno, pentito, Pietro Mutti. Tutti gli omicidi furono compiuti a mano armata, e rivendicati dalle Brigate Rosse.
Poi, nel 1981 Battisti evase, prima in Francia, poi in Messico, indi in Brasile, paese nel quale, nel 2009, gli venne accordato lo status di rifugiato politico.
In seguito al suo tentativo di fuga in Bolivia di alcuni giorni fa, mentre con due amici stava cercando di attraversare il confine “per andare a pescare”, motivazione che certamente fa acqua, si sarebbero dunque avviate le trattative diplomatiche tra Italia e Brasile per l’estradizione, obiettivo che ora l’Italia vede sempre più vicino, per la trasgressione avvenuta nei confronti dello status di rifugiato ottenuto, già di per sé , con modalità ridicole.