In Italia, ci sono libri e libri e biblioteche e biblioteche. Quello che di sicuro stupisce non appena arrivati alla Biblioteca Estense di Modena, è proprio questo preservare con amore e cura tesori librari inestimabili: l’enorme cassaforte che campeggia sotto il busto di Borso d’Este al secondo piano del bellissimo palazzo che ospita la Galleria e che, in un certo senso, racchiude l’intera storia di una nazione come l’Italia: un patrimonio culturale immenso, spesso portato all’estero e poi, prontamente recuperato da qualche Italiano di buona volontà , in questo caso il senatore Treccani nel 1923 e poi donato allo Stato Italiano.
La storia della Bibbia miniata e rarissima di Taddeo Crivelli voluta da Borso d’Este ed eseguita su pergamena nel 1455 circa, è racchiusa tutta qui, e forse per questo vederla conservata in una cassaforte in mezzo a tanti libri, fa ancor più effetto. Non a caso la stessa sala, racchiude anche molti altri tesori che ora sono disponibili ad un pubblico più vasto di quello della biblioteca specialistica, in mostra. Una splendida occasione quindi per ammirare il connubio tra arte, storia e patrimonio librario è la mostra dal 22 settembre al 6 Gennaio 2019 presso la Galleria Estense, ubicata nello stesso palazzo e di cui si inaugura anche la sala del primo piano, da tre anni sotto la stessa legida della biblioteca, dal titolo evocativo di “Meravigliose Avvenuture, racconti di viaggiatori del passato” (catalogo franco cosimo panini editore). Come recita il comunicato stampa infatti: “l’esposizione, curata da Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, e Annalisa Battini, presenta un’ampia selezione di testi illustrati, appartenenti al ricco patrimonio librario della Biblioteca Estense Universitaria, oltre a quadri, sculture, arti decorative e materiale etnografico, in grado di ripercorrere come l’esperienza del viaggio sia stata vissuta da esploratori, mercanti, pellegrini, tra il 1400 e il 1800 […] , colpire il viaggiatore non erano soltanto la vita quotidiana e i costumi spesso inconsueti, i monumenti, le corti opulente dei sovrani orientali, ma anche le caratteristiche naturali dei paesi visitati e la loro cultura. Numerose sono infatti le opere che riservano ampio spazio alla descrizione dei riti religiosi e alla lingua, come nel caso degli idiomi dell’America meridionale”. Un viaggio nel viaggio di scoperta, tra libri ricchi di immagini ed impreziositi da ritratti dei grandi esploratori (di cui purtroppo solo un unico esempio femminile)Jean de Mandeville, Giovan Battista Ramusio, Matteo Ricci, Athanasius Kircher e Carsten Niebuhr, Francesco Gemelli Careri, Sybilla Merian con i loro racconti e i loro studi che fecero la differenza tra il sogno dei regnanti europei di conoscere quelle terre lontane, ed il vederlo realizzato in libri curati, mappamondi e cartine, che identificavano così anche per loro “il resto del mondo”.
Una mostra didattica utile ed interessante che si snoda tra potenze marittime italiane come Genova e Venezia a testimonianze tra realtà e fantasia (in mostra anche la Guida al viaggio in Terrasanta di Francesco Petrarca o il Tractato de le piu maravegliose cosse di Jean de Mandeville). Ma sono i libri che analizzavano la musica e la scrittura di quelle terre lontane a colpire in modo particolare il visitatore come il libro di Thomas Shaw del 1743 facente parte del patrimonio della Biblioteca Estense e che descrive la musica dei beduini e dei mori, o quella di Pierre Fraoncois Xavier de Charlevoix del 1754 dove sono inserite due tavole raffiguranti diversi strumenti musicali del Giappone e dell’Estremo oriente (libro sempre conservato alla Biblioteca Estense di Modena) e molti altri ancora. Libri che sono veri e propri carnet di viaggio, non solo economici ma di scambi culturali e dove le mappe, le vettovaglie, i costumi e gli arredi, permettono al visitatore della moa di immergersi a 360 gradi inquel mondo meraviglioso fatto di racconti di viaggio di viaggiatori del passato.
Un viaggio nel viaggio quindi, dove la testimonianza della cultura occidentale passa dal tema della evangelizzazione come nella Historia Aethiopica, scritta nel 1681 dall’orientalista tedesco Hiob Ludolf, ma anche autore anche di una Grammatica Aethiopica. Non mancano poi anche cimeli, come la prima lettera che Cristoforo Colombo scrisse ai reali di Spagna dove parlò per la prima volta del nuovo continente. Quando i libri diventano meravigliose avventure insieme a mappe geografiche, atlanti, teatro di un mondo che fu e che è ancora, meraviglioso e raccontato, ora come allora dai viaggiatori avventurosi sparsi per il mondo.
Cristina T. Chiochia