Fummo di una debolezza incredibile. Forse ci lasciammo intimorire. Quante volte ho ripensato a quell’otto giugno, più di trent’anni fa. All’improvviso stupore e allo scandalo.

Certo, abbiamo scritto; ma senza efficacia. La versione ufficiale faceva acqua da tutte le parti. Un Pronzini o un Quadri l’avrebbero fatta a pezzi in quattro e quattr’otto. Ma noi – esitanti, incapaci, impauriti – le abbiamo fatto la grazia. Benché non sia stata da noi mai accettata.

Oggi Jacques Ducry, un brillante esponente della sinistra, tenta di fare… ciò che avremmo dovuto fare noi, trent’anni fa.

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INTERPELLANZA

Nelle scorse settimane, complici le esternazioni del Vice Premier italiano Salvini, sono tornati agli onori della cronaca gli ex terroristi degli “anni di piombo” dopo l’estradizione dalla Bolivia di Cesare Battisti. Negli elenchi dei latitanti fuggiti all’estero figura anche Baragiola Lojacono, condannato per due assassini (di un giudice e un militante di destra negli anni ’70). Baragiola fece parte del commando che nel 1978 rapì il presidente della Dc Aldo Moro assassinando alcune sue guardie del corpo. Fuggito in Svizzera, ricevette il passaporto rossocrociato e rifiutò quello italiano, così da non poter essere estradato. Ha vissuto in Ticino per diversi anni, è stato arrestato a Lugano l’8 giugno 1988 e fu condannato per il caso Tartaglione, ora sembrerebbe che lavori per un’università svizzera (Friborgo) in qualità di “esperto su temi di sicurezza e conflitti” (e non è sarcasmo!). A prescindere dalle richieste italiane di estradizione, sulle quali si dovranno chinare gli organi di competenza, a noi preme fare chiarezza sul trascorso in Ticino, sulla concessione di naturalizzazione e sulle responsabilità politiche assunte dai responsabili di allora.

Stante la gravità della situazione emersa, si chiede al lodevole Consiglio di Stato:

1) Chi fu Consigliere di Stato a capo del Dipartimento di Polizia, degli Interni e di Giustizia ai tempi dell’accaduto?

2) Quali erano i rapporti tra l’allora Governo, rispettivamente i singoli Consiglieri di Stato e la famiglia Baragiola?

3) Come è possibile che un terrorista ricercato internazionalmente abbia ricevuto il passaporto svizzero? Quali verifiche vennero svolte?

4) Per quali capi d’accusa è stato processato e condannato Baragiola in Svizzera?

5) Vi sono stati altri procedimenti oltre a quello per cui è stato processato, aperti nei suoi confronti in Svizzera? In caso affermativo, come si sono chiusi? Rispettivamente vi sono incarti ancora aperti nei suoi confronti?

Boris Bignasca, Lega dei Ticinesi
Jacques Ducry, PS indipendente
Sebastiano Gaffuri, PLR