“Le cose peggioreranno prima di migliorare”, ha scritto in una lettera inviata a tutte le famiglie del Regno Unito il primo ministro Boris Johnson in autoisolamento in quanto risultato positivo al test del coronavirus.

In poche settimane la vita di tutti i giorni  degli inglesi (e non solo) è cambiata radicalmente. Johnson si è finalemtne convinto di adottare le restrizioni necessarie per bloccare la pericolosa epidemia. Precedentemente era stato accusato dagli esperti sanitari di non dare un buon esempio con la sua disinvoltura e di non ascoltare i consigli su come contenere l’infezione. In particolare su come continuare l’attività parlamentare evitando di aumentare la possibilità di contagio ad altri membri del governo e oltre.

La nuova malattia è generata da un virus “pari opportunità”, visto che colpisce indiscriminatamente qualsiasi status sociale come dimostrano i contagi di figure di spicco quali il Principe Carlo, erede al trono britannico, il Segretario di stato per la salute Matt Hancock e lo stesso primo ministro. Anche il ministro Alister Jack e il consulente medico del Dipartimento della salute Chris Whitty si sono ritirati in autoisolamento dopo aver manifestato i sintomi della malattia.

Gli inglesi stanno ricevendo la lettera con la quale vengono avvertiti che il peggio deve ancora arrivare e vengono informate, tramite un opuscolo allegato, sui comportamenti da tenere in materia di distanza sociale, spiegazioni dei sintomi, lavaggio delle mani e consigli su come proteggere le persone vulnerabili. Questo avvertimento è arrivato soltanto dopo una ricerca dell’Imperial College di Londra che afferma che il Regno Unito potrebbe subire circa 6 mila decessi se vengono attuate quelle misure efficaci intraprese da altri paesi colpiti dal Covid-19, e non i 20 mila decessi come stimato in precedenza dal ministero della Salute inglese. Anche perché il servizio sanitario nazionale non sarà più in grado di proteggere vite umane se in troppi si ammalano seriamente e contemporaneamente.

L’epidemiologo Neil Ferguson ha fatto sapere che le misure di blocco completo dovranno essere mantenute per un periodo di tempo significativo. Probabilmente fino al mese di giugno. Tali provvedimenti non rappresentano soltanto  consigli ma regole che devono essere applicate senza farsi prendere dal panico anche con l’aiuto delle forze di polizia che possono applicare ingenti multe per chi non rispetta le misure. Saranno chiusi tutti i negozi che vendono beni non essenziali, interrotte tutte le riunioni in pubblico di più di due persone e tutti gli eventi sociali, inclusi i matrimoni, battesimi e altre cerimonie esclusi i funerali.

Johnson ha dichiarato che sarà in grado di continuare a gestire la crisi dal suo appartamento di Downing Street.

Susan Michie, prof.ssa di psicologia presso l’University College di Londra, ha suggerito che coloro che ricoprono posizioni di comando, dovrebbero mettere in pratica quello che predicano. “Se i leader non aderiscono alle loro raccomandazioni, ciò mina la fiducia in loro, che a sua volta può minare l’adesione della popolazione ai loro consigli”, ha affermato. “Dati i percorsi di trasmissione, il contatto con le superfici contaminate e la respirazione di goccioline cariche di virus, non sorprende sentire che il primo ministro e il segretario della salute si sono dimostrati positivi”, ha aggiunto.

John Ashton, ex direttore generale dell’agenzia britannica Public Health England, ha dichiarato che il governo è stato troppo lento per agire in merito alla nuova epidemia e sono stati lenti anche come individui. Secondo la sua opinione, come quella di molti del resto, le misure di blocco si sarebbero dovute adottare prima e il fatto che così non è stato solleva interrogativi sulla capacità delle persone al potere di disciplinarsi.

Un disinvolto messaggio su Twitter di Johnson, inviato dopo la conferenza stampa virtuale in occasione di un vertice di emergenza online del G20, iniziava con “Ciao gente” e aveva lo scopo di smorzare qualsiasi paura pubblica. Prima della diagnosi, Johnson aveva stretto la mano a tutti, compreso membri del gabinetto, consiglieri e altre figure politiche di alto livello. L’intrusione del coronavirus all’interno di Downing Street potrebbe portare a una situazione senza precedenti: il segretario agli Esteri Dominic Raab, è il sostituto designato del primo ministro qualora quest’ultimo si dimostrasse incapace di continuare con le sue funzioni, ma questo piano di emergenza non è stato ancora attivato.

Nel frattempo, il Segretario di stato Hancock ha invitato più di 65 mila ex infermieri e medici a considerare di tornare in campo per proteggere il servizio sanitario nazionale. Molti hanno risposto positivamente, ma sono tanti i medici riluttanti. Affermano che la perdita dei benefici ai superstiti in caso di morte ha reso meno attrattivo tornare a lavorare in aree ad alto rischio. Il governo dovrà rivedere i sussidi in caso di morte se vorrà recuperare personale medico in pensione. Che, oltre ad essere ad alto rischio a causa dell’età avanzata, devono anche preoccuparsi di lasciare le loro famiglie in difficoltà finanziarie se dovessero morire in servizio.

L’elevato tasso di mortalità nel Regno Unito di pazienti infetti dal virus sottoposti a terapia intensiva, sta sollevando forti preoccupazioni sull’efficacia delle strutture sanitarie.