I testi (numerosissimi) dell’MPS sono spesso notevolmente interessanti, come nel presente caso di mini-rissa a sinistra. Da un lato la Regione (* “social-liberale” è sicuramente un errore di stampa, forse non si sono corrette le bozze; socialista potrebbe andare, eventualmente social-radicale) con il da essa graniticamente supportato DECS; sul versante opposto MPS e il Movimento per la scuola. Una questione a sinistra, un affare “de noantri” direbbero a Roma. Gli altri, le altre forze politiche? Come se non esistessero. Saranano impegnati a tracciare ciclopiste. E poi, si sa, c’è stato il 2011…
Il testo è piuttosto sferzante e sarcastico, una volta scrivevamo così anche noi.
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Sul modo di fare giornalismo de La Regione si potrebbe scrivere un libro. Ridotta all’osso è la difesa di una linea social-liberale* che la vede costantemente a rimorchio del PS. Basterebbe vedere il modo con il quale difende a spada tratta l’operato del Municipio di Bellinzona per averne la conferma.
A livello cantonale questo atteggiamento si manifesta in una difesa incondizionata del DECS e del consigliere di Stato Bertoli. Qualsiasi peto esca dalle stanze del DECS (anche cose assolutamente insignificanti e giornalisticamente trascurabili) ecco arrivare l’articolo incensatorio della Regione. I maligni pensano che tutto questo abbia a che fare anche con il ruolo di raccordo giocato dall’ex-vicedirettore de La Regione, Aldo Bertagni, diventato da un paio d’anni uno dei collaboratori personali di Manuele Bertoli.
Ma, al di là di questo, è sicuramente la disperata situazione nella quale versa il quotidiano bellinzonese che lo spinge a sparare nel mucchio ogni volta che se offre la possibilità. Se poi si riesce a fare un favore anche agli amici…tanto meglio. Una linea che spera di salvare il quotidiano bellinzonese fidelizzando un elettorato “progressista” che, immaginano in via Ghiringhelli, sarebbe espresso dall’area social-liberale capeggiata dal PS (al quale si aggiungono i Verdi, etc. etc.).
La Regione e il suo editore sono, naturalmente, liberi di mettere in atto tutte le strategie che ritengono più opportune per salvarsi, non è affar nostro e non vogliamo dare consigli, se non quello, proveniente dalla saggezza popolare, di evitare, cadendo in acqua, di aggrapparsi a chi sta già affondando…
È così, all’inizio di questa settimana, in forma anonima e sulla base di non meglio segnalazioni “raccolte da La Regione” sono stati i docenti del Liceo di Bellinzona a finire nel mirino della Regione. E con essi tutta la categoria dei docenti, accusata di sostanziale assenteismo durante la pandemia, posizione aggravata – sempre secondo le “testimonianze di genitori” raccolte dalla Regione – dal fatto di aver mantenuto il diritto al salario pieno.
Un attacco nel più puro stile leghista, con argomenti e linguaggio di quel Mattino della domenica che lo pseudo-progressismo de La Regione vorrebbe combattere.
Quale sarà la colpa dei poveri docenti del Liceo di Bellinzona? Di avere detto quello che pensano di come è stata gestita la scuola nel periodo pandemico, di essere stati esclusi da qualsiasi consultazione, di aver dato un giudizio globalmente negativo sulla scuola a distanza. Posizioni consegnate in una risoluzione che ha suscitato pubblicamente le ire del divisionario Berger.
Per questo il DECS gongola di fronte a questi attacchi e si limita dire che vi sarà un sondaggio su come si è sviluppato l’insegnamento durante la pandemia rivolto al settore medio superiore; il divisionario Berger non ha invece nulla da commentare sull’infame attacco verso i docenti di cui si resa protagonista, per interposte dichiarazioni anonime, la Regione.
Naturalmente, nei giorni successivi, sono arrivate alla redazione numerose lettere di docenti, imbufaliti per l’atteggiamento del giornale; lettere rimaste rigorosamente nel cassetto del direttore. Lì pensiamo sia rimasta anche quella di due rappresentanti del Movimento della scuola (Fabio Camponovo e Alessandro Frigeri: articolo che abbiamo pubblicato anche noi: https://mps- ti.ch/2020/07/docenti-e-covid/).
Non contenta La Regione di giovedì pubblica e commenta (sempre in forma anonima come nel primo caso) un sondaggio realizzato dagli studenti del Liceo di Bellinzona a metà aprile relativo all’insegnamento a distanza.
Anche qui, naturalmente, gli aspetti segnalati sono solo quelli negativi, addossati prevalentemente ai docenti (anche per questioni la cui responsabilità non può essere in nessun caso dei docenti: è il caso del malfunzionamento delle strutture informatiche).
Naturalmente le manipolazioni della Regione sono talmente grossolane che gli autori del sondaggio, il comitato degli studenti, ha sentito la necessità di scrivere alla direzione delle scuola e agli insegnanti la seguente mail:
“Scriviamo questa e-mail in quanto, con molta rabbia e delusione, abbiamo avuto modo di leggere gli ultimi articoli usciti su “La Regione” riguardanti il nostro Liceo. Rimaniamo allibiti di fronte a questa forma di attacchi gratuiti e infondati, apparentemente legittimati manipolando il sondaggio da noi creato e diffuso.
Vorremmo sottolineare che non abbiamo autorizzato, e oltretutto ne abbiamo vietato, la diffusione dei dati del sondaggio perché ne riteniamo la finalità totalmente differente da quella emersa dagli articoli. Ribadiamo che il sondaggio aveva uno scopo puramente propositivo, volto al miglioramento e al dialogo.
Ci dispiace per le accuse che sono state fatte e per la situazione scomoda che si è venuta a creare, soprattutto per i docenti che durante la formazione a distanza hanno dimostrato grande impegno e dedizione al lavoro.
Infine vi informiamo che intendiamo prendere posizione pubblicamente il più presto possibile. Con molto rammarico vi auguriamo una buona continuazione delle vacanze estive.”
Più chiaro di così…
MPS