Venerdì l’ex presidente colombiano Juan Manuel Santos ha chiesto perdono  per i giovani uccisi da membri dell’Esercito Nazionale colombiano quando era ministro della Difesa durante il governo di Alvaro Uribe, quest’ultimo accusato dalla DEA americana di essere stato un alleato delle organizzazioni di narcotrafficanti. Le scuse sono state fatte durante testimonianza pubblica davanti al presidente della Commissione per la verità, il sacerdote gesuita Francisco De Roux.

Un recente rapporto del tribunale che indaga sul lungo conflitto armato, ha concluso che oltre 6’400 civili sono stati uccisi dai soldati per rispettare le “quote” di vittime in combattimento. Si tratta di giovani innocenti prelevati dai villaggi rurali e dai quartieri poveri con l’inganno di offrire lavoro, che venivano in seguito spacciati per presunti guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) e assassinati senza processo giudiziale.

Le FARC, fondate nel 1964 per la maggior parte da persone provenienti dalle zone rurali in un momento di brutale repressione contro ogni forma di azione considerata sovversiva, erano il braccio armato del Partito comunista che seguiva un’ideologia marxista – leninista per combattere gli eccezionali livelli di disuguaglianza in Colombia.

Ispirati alla rivoluzione cubana degli anni ’50, chiedevano più diritti e controllo sulle terre, che la Colombia vendeva a proprietari privati per pagare i suoi debiti. I loro ideali comunisti erano visti come una minaccia dai grandi proprietari terrieri e dallo Stato.

Le FARC sono state duramente colpite dalle forze di sicurezza colombiane. Esercito e polizia della Colombia hanno ricevuto ingenti quantità di denaro dagli Stati Uniti per finanziare il loro addestramento.

La pressione per produrre un numero elevato di vittime al fine di ottenere “premi”, è stata l’incoraggiamento per le atrocità commesse.

Nominato presidente nel 2010, Santos, dopo quattro anni di trattative, riuscì a firmare un accordo di pace con i guerriglieri delle FARC, che gli valse un premio Nobel per la pace. “Uribe non si è opposto al cambiamento di quella nefasta dottrina che lui stesso aveva incentivato”, dichiarò Santos senza fare riferimento però agli ordini dell’allora presidente Uribe di eseguire le uccisioni.

“Sono rimasto con il rimorso e il profondo rammarico che durante il mio ministero molte madri abbiano perso i loro figli a causa di questa pratica spietata, giovani innocenti che dovrebbero essere vivi oggi. Ciò non sarebbe mai dovuto accadere. Riconosco e chiedo scusa a tutte le madri e a tutte le loro famiglie, vittime di questo orrore, dal profondo della mia anima”, ha dichiarato Santos.

La Commissione per la verità, un organo indipendente nominato nel novembre 2017 dal Comité de Escogencia (su incarico delle Nazione Unite), è composto da un team di cento ricercatori al lavoro su una enorme quantità di informazioni attraverso interviste e documenti, che vuole rispondere ad un paese che chiede la verità su quello che è accaduto nel conflitto. Non ha poteri di carattere giudiziario, ma la Commissione potrà indagare e fare chiarezza sui crimini perpetrati da tutte le organizzazioni armate, non solo guerrigliere ma anche paramilitari, cercando di fare luce sui casi delle persone scomparse.  

Alvaro Uribe nega di aver dato ordine di commettere omicidi “extragiudiziali”. La Commissione gli ha chiesto di partecipare ai chiarimenti. Per farlo, dovrebbe pubblicare una serie di documenti “confidenziali” che rivelano in dettaglio gli eventi che hanno segnato i 50 anni di conflitto tra la Colombia e le FARC. Non è chiaro se Uribe, il quale si è sempre opposto all’accordo di pace, alla fine testimonierà.

“Il capitolo del falsi guerriglieri è uno dei momenti più dolorosi che ho avuto nella mia vita pubblica ed è una macchia indelebile sull’onore dell’esercito”, ha testimoniato Santos. Una volta che le voci si erano rivelate vere, Santos emise ordini per smobilitare e catturare i veri guerriglieri. Decine di ufficiali militari che hanno infranto tutte le regole, sono stati rimossi dai loro incarichi.

“False Positive” è il nome della lista delle vittime delle esecuzioni senza nessun atto giudiziario. Le madri dei figli assassinati avevano supplicato Santos in precedenza di chiedere perdono in loro memoria.