Dopo aver sperato in un calo del numero dei casi di infezioni da coronavirus, e aver osservato anzi un aumento dei ricoveri a livelli elevati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali di molte località della Svizzera, inasprire le regole di prevenzione, come ad esempio estendere il campo di applicazione del certificato Covid, è diventato un obbligo. Soprattutto considerando i lenti progressi nella vaccinazione.

Lo ha detto il ministro della Salute Alain Berset, durante una riunione avuta venerdì con i capi dei partiti politici, annunciando che mercoledì prossimo il Consiglio federale deciderà le nuove misure.

La reazione di accelerare da parte di Berset ha origine  nelle critiche ricevute per il ritardo con il quale si sta affrontando una situazione definita già “critica”. La scorsa settimana, il Consiglio federale si è astenuto dal decidere l’ampliamento del requisito del certificato Covid. Ma questa volta, tutte le parti, ad eccezione dell’SVP lo hanno sostenuto, e pare che mercoledì prossimo il Consiglio federale non potrà evitare le nuove misure che potrebbero comprendere anche sanzioni contro i medici scettici sui vaccini.

Il Dipartimento della salute del Canton Berna, ha già sanzionato due medici che si sono opposti pubblicamente alla vaccinazione contro il Covid-19, esortando i pazienti a non immunizzarsi. Le autorità bernesi stanno attualmente indagando su ulteriori casi di possibili assistenti sanitari contrari alle dosi di vaccino.

Oltre l’80% dei reparti di terapia intensiva è occupato ed un terzo dei pazienti sono quelli ricoverati per la malattia da coronavirus. I Cantoni chiedono da tempo che l’accesso a ristoranti, centri fitness, cinema e teatri venga consentito soltanto a coloro che sono stati vaccinati o che sono guariti. “Ora è il momento di ampliare il requisito del certificato”, ha affermato il presidente della Conferenza dei direttori sanitari Lukas Engelberg.  

Allo stesso tempo, Berset ha inviato una lettera ai Cantoni, appoggiata dai leader di partito, per chiedere di fare tutto il possibile nel fornire più posti letto d’ospedale e di aumentare notevolmente il numero delle persone vaccinate, utilizzando anche delle postazioni mobili.

Il numero di persone contagiate nelle scuole, ad esempio, è aumentato sensibilmente dopo le vacanze estive. Quasi tutti i Cantoni riportano un numero crescente di infezioni.

C’è chi è scettico sull’estensione del certificato, come il consigliere federale Ueli Maurer (e il leader Christoph Blocher), anche se è stato vaccinato e raccomanda di farlo. Per Maurer è difficile attuare l’ampliamento dell’obbligo del certificato Covid. Un conto  se si parla di eventi di massa, ma il personale della ristorazione difficilmente si rifiuterà di servire un caffè a persone non certificate. Un obbligo difficile da far rispettare.

Maurer sostiene che lo Stato si trova in una situazione difficile: “Non abbiamo solo un problema sanitario ed economico, ma anche sociale. E quanti danni sociali possiamo fare? Questo è quello che più mi preoccupa”, ha dichiarato, sottolineando però che chi non si è vaccinato non deve provocare ed evitare di andare ai grandi eventi.

L’UDC non vuole che venga richiesto un certificato in alcuna circostanza ma non è contrario alla vaccinazione.  La direttrice zurighese della Sanità, Natalie Rickli (UDC), ha affermato che chi si oppone alla vaccinazione dovrebbe rinunciare alle cure intensive se si dovesse ammalare di Covid-19, perché le persone non vaccinate prolungano la pandemia. Si è dichiarata inoltre favorevole all’estensione del certificato Covid anche se riconosce che in alcuni campi, come ad esempio i mezzi pubblici di trasporto, non sarebbe praticabile.