La complessità sta nel concetto: il nuovo murale di ZEDZ a Corvetto su Piet Mondrian a Milano di Cristina T. Chiochia

Ci sono inaugurazioni che avvengono in modo speciale, come quella del nuovo lavoro di ZEDZ dal titolo “La Tradizione”, nel quartiere periferico del Corvetto a Milano, nella vicina Italia. I Paesi Bassi ri-incontrano nell’arte del murale un’altra città italiana. In modo inedito. E volto a far emergere la complessità che sta alla base e nel concetto Il murale è stato inaugurato lunedì 9 maggio alle ore 12:30 dopo di che l’artista racconta la sua opera al pubblico più vasto, in serata, presso l’Auditorium del Museo Mudec dalla parte opposta della città, alle ore 19.

In situ si è assistito tra mamme africane che allattavano i bimbi, proprietari che passeggiavano con i propri cani , persone di passaggio che sfrecciavano sulla pista ciclabile proprio davanti ed anziani scesi dagli appartamenti davanti al muro dipinto di fresco. Con esponenti del Comune di Milano, del museo del Mudec, del Consolato dei Paesi Bassi, grazie alla collaborazione di Unipol e 24 ORE Cultura , da oggi al quartiere “Corvetto “, precisamente in una Piazza intitolata ad Angilberto II ,il nuovo murales “d’autore”, sarà lì, per fare la differenza in uno dei quartieri a più forte riqualificazione della città dove i graffiti sono spesso presenti come protesta sociale.

Alla presenza dell’artista olandese ZEDZ, come recita il comunicato stampa il murales : “è  il primo di una serie di murales d’autore che verranno realizzati ogni anno dal Mudec, il Museo delle Culture di Milano, per riqualificare – attraverso l’arte – luoghi e piazze milanesi. Il progetto quindi proseguirà annualmente, con la collaborazione delle più grandi firme internazionali di street art”. La complessità resta quella del concetto che la street art esprime. Tra gli aneddoti raccontati dall’autore del murales, quello sul padre, a cui idealmente, dedica l’inaugurazione dell’opera a un anno dalla scomparsa ed ispirata dal lavoro di un altro olandese, Mondrian e che, idealmente, riporta a quel concetto generale di “credibilità all’arte contemporanea”, su cui la vicina Italia ultimamente sta investendo molto nel continuum tra artista, opera e pubblico, come ben si evince dalla location milanese di questo nuovo murales, nella periferia sud della città in cerca di riscatto ed in continuo fermento artistico.

Milano esce dalla pandemia con un forte desiderio di identità, trasmissibile sicuramente anche grazie l’arte.

Unica città ad avere un ufficio di “arte negli spazi pubblici” (di cui il progetto di Piazze Aperte nella piazza sede del murales fa parte), rappresenta un nuovo modo di rappresentare l’arte dei graffiti alla cittadinanza; attraverso un ascolto attivo dell’arte “urbana” per rendere fruibili gli spazi pubblici con logiche nuove, come questo slargo anonimo che diventa piazza per chi vi abita. L’arte street che diventa arte sempre più contemporanea e molto amata, in questo caso anche grazie alla partnership con il Museo del Mudec, Vero e proprio  museo delle Culture (per antonomasia) della città, che prosegue nella sua vision in stretta relazione con il mondo dell’arte urbana dove gli “street artist” diventano veri progetti museali espositivi  e sociali o, come in questo caso, in città nelle piazze, esempio di buona pratica artistica per chi è abituato invece a vedere spesso muri deturpati e rovinati dai graffiti. Non si dimentichi inoltre che al Mudec vi è anche sede fisica dell’ufficio stesso del progetto; una realtà capace di fare la differenza nel tessuto cittadino , sempre tanto complesso ma, allo stesso tempo, stimolante ed affascinante. Grazie anche alla passione e competenza di Marina Pugliese, la direttrice. Inoltre, il progetto di neo-muralismo dell’artista olandese si offre ai milanesi “per rendere omaggio a Piet Mondrian – di cui Zedz è conterraneo – proprio ricordando con quest’opera di street art l’enorme influenza che il pittore olandese lasciò in ogni ambito creativo” come è stato specificato nel comunicato stampa. Un’opera appoggiata ad un palazzo come un felice incontro di colore e dinamismo cromatico. Felice intuizione quella del Comune di Milano insomma, che riesce a coinvolgere anche Consolati stranieri, come in questo caso quello dei Paesi Bassi. Tra sperimentazione ed internazionalità, alla ricerca di buone pratiche di “wall painting” sempre più contestualizzati anche nella logica del “bene comune” e della cittadinanza attiva, la città di Milano mette in luce la potenza espressiva in questo caso della forza creativa pura, attraverso l’accostamento del colore primario , presentato come pieno e vuoto da uno spray delle bombolette. “La complessità sta nel concetto” spiega l’artista durante l’inaugurazione. L’arte di Mondrian come, del resto, tutte le arti. E tutti, cittadini e non, ne potranno cogliere il senso guardando semplicemente il murale di Piazza Angilberto.