Meno noto e meno idealizzato di William Wallace, Robert The Bruce, ambiguo alleato dell’eroe scozzese, riuscì dopo che l’altro era stato sconfitto: donare alla Scozia cinque secoli di Indipendenza.

Il re di Scozia Alessandro III morì nell’ottobre del 1286, quando la sua unica erede, la nipote Margherita, aveva solo tre anni. Allora i membri del Consiglio del regno chiamarono in causa il sovrano inglese Edoardo I affinché con loro scegliesse un erede in quella che divenne nota come la Grande Causa.

Robert Bruce, V Signore di Annandale, andò nel luogo in cui Margherita avrebbe dovuto essere incoronata, radunando un esercito. La Scozia si trovò così sull’orlo della guerra civile tra i Balliol, sostenuti dalla corona inglese e i Bruce, pretendenti scozzesi al trono di Scozia. Vinsero la Grande Causa i Balliol, e i Bruce rimasero sconfitti.

L’11 luglio 1274 nella contea dell’Ayrshire, nel Sud Ovest della Scozia, nacque Robert Bruce, nipote di quel Robert Bruce che aveva perso la Grande Causa.

Nell’agosto del 1296 i Bruce giurarono fedeltà a Edoardo I d’Inghilterra con un patto stipulato a Berwick-upon-Tweed, rinnovato a Carlisle. Robert, però, violò il trattato della sua famiglia, unendosi alla sommossa scozzese del celebre William Wallace (“Braveheart”) contro re Edoardo.

Robert The Bruce in Braveheart 1995

Nominato dall’eroe scozzese Guardiano della Scozia al fianco del suo rivale per il trono, John Comyn, si dimise però per le sue liti con questi, vedendo, ancora una volta, la sua famiglia sconfitta, con l’ascesa di un altro Balliol, John, sul trono scozzese.

Quando William Wallace perse la propria causa, Robert parve tradire il proprio sogno di gioventù, arrivando addirittura a sottomettersi a Edoardo I ed essere ritornato alla “pace del re”. A differenza di William Wallace, non era un idealista.

Tuttavia, Robert giocò nell’ombra e, nel febbraio 1306, dopo aver ferito Comyn ed esser stato scomunicato dal Papa, si mosse rapidamente per conquistare il trono e fu incoronato re di Scozia il 25 marzo 1306.

Sconfitto da Edoardo I in una battaglia campale, a Methven, Robert si nascose tra gli altipiani delle Highlands, e nessuno ancor oggi seppe cosa fece in quei mesi. Secondo una leggenda, si nascose in una grotta dove osservò un ragno che per tre volte cercò di intessere una ragnatela, riuscendovi soltanto al terzo tentativo. Inspirato dalla tenacia del ragno, Robert tornò in campo aperto, dove, sempre secondo una tradizione popolare, attaccato dal cavaliere inglese Sir Henry de Bohun, spaccò a questi la testa in due.

Era il 1307, Bruce era tornato in campo, sia contro gli inglesi, che sconfisse a Loudoun Hill, sia contro gli avversari scozzesi. Vittorioso contro entrambi, nel 1309 convocò per la prima volta il parlamento scozzese, e fino al 1314 riconquistò gran parte della Scozia. Risale al 23 giugno di quell’anno la celebre battaglia di Bannockburn nella quale 6mila scozzesi confissero miracolosamente ventimila inglesi, e Robert sconfisse il giovane Edoardo II d’Inghilterra (che dovette battere in ritirata), sancendo la libertà e l’indipendenza della Scozia.

Robert morì il 7 giugno 1329, nel Castello di Cardross, presso Dumbarton, forse di lebbra, forse di tubercolosi, curiosamente assistito da medico milanese, Maino De Maineri. Sepolto nell’abbazia di Dunfermline, espresse come ultimo desiderio che il suo cuore fosse sepolto a Gerusalemme nella Chiesa del Santo Sepolcro, adempiendo a quella Crociata che egli non aveva potuto compiere. Cinque cavalieri devoti tentarono di eseguire gli ordini del defunto re, ma a causa delle difficoltà del viaggio, il cuore, che fu forse portato in battaglia in Terrasanta, come talismano, da un certo Sir Douglas, fu alfine sepolto nell’abbazia di Melrose.

Personaggio meno noto e forse che si presta meno alla tragedia di William Wallace, Robert the Bruce affermò lo status della Scozia come regno indipendente fino al 1746, quando l’ultimo pretendente al trono di Scozia (passato nel 1390 agli Stuart per vie matrimoniali), Carlo Edoardo Stuart, detto Bonnie Prince Charlie, fu sconfitto dagli inglesi nella battaglia di Culloden.

Un aneddoto: all’età di sessant’anni, Bonnie Prince Charlie (che era nato in Italia) aveva sposato la ventenne Luisa Stolberg, che cinque anni dopo sarebbe divenuta l’amante e poi l’amatissima compagna di Vittorio Alfieri.

Ritornando a noi, Robert the Bruce sancì, per cinque secoli, l’Indipendenza della Scozia. Forse meno idealizzato di William Wallace, Robert The Bruce fu interpretato dall’attore Angus Macfadyen per Braveheart (1995) di Mel Gibson. Lo stesso Macfadyen lo ha interpretato nel 2019, nel film dedicato, questa volta, a Bruce stesso, Robert The Bruce, un film (sconosciuto ma consigliatissimo) incentrato sul periodo che il re trascorse fuggiasco tra le innevate Highlands, dovendo contare soltanto sulla lealtà dei suoi seguaci.

Robert The Bruce, nell’ominimo film, 2019