PENSIERO DEL GIORNO  In questi giorni sta imperversando sui “social” un ponderoso discorso: la pericolosità di questi strumenti del diavolo. Parte dalla considerazione che esprimendosi con male parole ci si possa trovare scottati.

Leone da tastiera

Probabilmente era così già ai tempi storici de “I promessi sposi”, quando al povero Renzo il dottor Azzeccagarbugli (“che cima d’uomo!”, disse Agnese) fu estremamente chiaro, con una sola condizione: lo avrebbe aiutato, nel caso in cui non avesse offeso persona di riguardo. Sappiamo come andarono le cose: Renzo se ne ritornò mestamente a casa con i suoi quattro capponi ben legati che aveva portato all’esimio dottore in legge.

Da parte mia come devo commentare prendendo in esame le problematiche attuali? Certamente che bisogna tenere a freno la lingua, almeno nel caso in cui non si sia capaci di esprimersi in modo corretto e confacente. È un bel “busillis” con la libertà di espressione che vige oggi e che inizia con grande solennità sin dai pargoli che sdottoreggiano sull’utilizzo di certe parole. Chi riesce a frenare gli impulsi distruttivi degli individui ammaestrati da mezzi moderni e da più o meno insane pratiche? La scuola forse? Ma questa deve insegnare, formare la persona dal primo al massimo livello. E credete che ciò sia automatico, solo con quei trabiccoli elettronici prodigi della tecnica ma privi di anima?

Sotto: che cammino prodigioso il nostro! Siamo passati in pochi decenni dalla scuoletta “piccina picciò” ai campus coi quali dare scacco matto a mezzo mondo. E nessuno più si dà la briga di raccontare delle storie ai bambini, fino a quando sono in grado di sorridere.

Franco Cavallero