Suddivisione dei reati fra svizzeri e stranieri

Che certi giornalisti vogliano ad ogni piè sospinto tirare l’acqua alla diffusa ideologia del loro mulino, strumentalizzando dati ed elementi oggettivi, è cosa nota e non suscita stupore. Quanto scritto nei giorni scorsi, a proposito dei dati sulla criminalità nel nostro Cantone, dal signor Beat Allenbach, ex corrispondente del “Tages Anzeiger”, in una nota al “Corriere del Ticino”, supera però il limite della partigianeria. Di fronte ai dati ufficiali, pubblicati dal quotidiano di Muzzano, che evidenziano come la maggioranza dei reati commessi in Ticino abbia una matrice estera, il citato giornalista ha rimarcato che “… la parte preponderante degli atti criminali sono eseguiti da cittadini stranieri non residenti in Ticino”, per poi sentenziare che, nel raffronto, solo gli “stranieri residenti” dovrebbero essere presi in considerazione.

Questo è il colmo! (Questo è il colmo per Iris, e anche per Francesco, ma NON È il colmo per Beat. Io direi: se la casa del signor Allenbach viene svaligiata da una banda di non residenti, lui deve sentirsi perfettamente tranquillo: in fondo non è successo niente!)

Le tabelle pubblicate dal quotidiano e fornite dall’amministrazione cantonale annoverano, com’è giusto che sia, tutti i reati commessi sul territorio cantonale, suddividendoli poi fra le diverse categorie di chi commette reati (svizzeri, stranieri residenti e stranieri non residenti), perché i reati tali sono e tali restano, indipendentemente da chi li commette.

O adesso vogliamo anche depennare dalle rilevazioni ufficiali i reati commessi da stranieri non residenti nel nostro Paese, perché, come scrive il giornalista summenzionato, questo potrebbe nutrire “sentimenti antistranieri”? Provate a chiederlo a chi ha subito gli effetti (furti, rapine e aggressioni) delle scorribande dei delinquenti pendolari provenienti da oltre confine. Pretendere di censurare e di manipolare dati oggettivi, omettendo di dire la verità, oltre che squalificante, risulta offensivo nei confronti di tutti i cittadini.

Il colmo è che queste auspicate censure e queste manipolazioni vengono spesso da chi invoca etica e morale nel confronto politico e usa e abusa di termini quali xenofobia e populismo per delegittimare e attaccare quelli che considera nemici (cioè tutti quelli che la pensano diversamente). Proprio una bella lezione di giornalismo!

Iris Canonica