Siamo sul finire dell’estate. Le temperature si abbassano e le sedi scolastiche si riempiono per la gioia di numerosi allievi che riprenderanno il loro stimolante percorso formativo. Anche la politica cantonale riprende i lavori dopo alcune settimane di pausa.

Ripresa dei lavori che vede il nostro partito nuovamente confrontato con un lutto importante dopo le esequie di Claudio Generali nel mese di maggio. Con Sergio Salvioni il PLR ticinese si congeda con riconoscenza da una personalità che ha caratterizzato fortemente la vita politica del nostro Cantone del secolo scorso. Riprendo gli aggettivi più frequenti che ho potuto leggere; uomo colto, preparato, indipendente, lungimirante, risoluto e coerente. Il PLR rende omaggio alla sua arguta militanza al servizio del paese per il quale ha offerto la sua grande intelligenza. Le nuove generazioni sono invitate a far tesoro delle preziose testimonianze di chi ci ha preceduto in quanto sovente si può scoprire che taluni temi ritornano e i valori da considerare rimangono immutati.

Ma la vita prosegue con il suo ineluttabile cinismo.

E quest’estate per taluni la politica non ha avuto pause. Dopo le dimissioni del consigliere federale Didier Burkhalter il Ticino si è trovato alla ribalta in quanto è stato da subito evidente che esistevano le condizioni favorevoli affinché il Ticino potesse ritornare in Consiglio federale a rappresentare la Svizzera italiana.

Lo ripeto per l’ennesima volta; avessimo avuto da parte del PLR svizzero e delle sezioni romande indicazioni favorevoli all’attribuzione del posto vacante ad un rappresentante della Svizzera italiana, ci saremmo adoperati per mettere a disposizione una scelta di più candidati visto che era evidente che all’assemblea federale si doveva presentare più di un candidato. Ma da parte romanda è stato chiaro sin dall’inizio che avrebbero difeso fino alla fine il loro terzo seggio, per buona pace della favola sulla solidarietà latina. Per questo semplice motivo ci siamo dovuti focalizzare sul candidato che meglio rispondeva ai requisiti richiesti dal PLR svizzero. Da molte settimane ormai Ignazio Cassis è sezionato e grigliato dai media di tutta la Svizzera. E’ ben evidente il gioco delle parti e i diversi interessi in gioco.

Ma non è per nulla un gioco per buona pace di chi è arrivato a sostenere che in fondo basta sapere l’italiano per garantire attenzione alla Svizzera italiana. Beh, non siamo per nulla d’accordo. Come dice Ignazio ci vuole un «riflesso monosinaptico» per poter reagire automaticamente quando un tema tocca la Svizzera italiana. Ci vuole la nostra cultura non basta l’italiano.

Mentre invece condivido l’opinione di chi sostiene che le valutazioni devono privilegiare le qualità del candidato e non ridursi a una questione di genere o di provenienza geografica. Il percorso politico di Ignazio è per certi versi particolare. La sua formazione di medico lo ha portato piuttosto tardi alla politica e direttamente in Consiglio nazionale rispetto al classico percorso comunale e poi cantonale. Dopo 10 anni di gavetta a Berna è stato nominato presidente del gruppo parlamentare quale grande attestazione di apprezzamento per il suo lavoro. In questo ruolo ha mostrato le sue qualità. Persona estremamente gentile e affabile, difensore della concordanza, ma pronto a sostenere con grande convinzione e determinazione le posizioni del proprio gruppo quando il dibattito politico lo richiede. L’approccio scientifico grazie alla sua formazione di medico, le sue competenze sociali, la capacità di argomentare e di spiegare, l’approfondita conoscenza dei dossier sul piano federale, la determinazione e la tenacia nel talvolta lungo ed estenuante processo politico sono ingredienti preziosi e determinanti che possono arricchire il nostro Consiglio federale.

Venerdì 1° settembre – ossia oggi – il gruppo parlamentare deciderà il ticket definitivo. Seguono le impegnative audizioni dei gruppi parlamentari e poi il voto del 20 settembre.

La Svizzera italiana c’è e vuole contribuire attivamente alla conduzione del nostro splendido paese, per amore della Svizzera.

Bixio Caprara, presidente PLRT

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Per puro confronto ci permettiamo di riprodurre qui un post di un illustre esponente dell’estrema sinistra locale, il dottor Cavalli. Forse vittima di una fissazione, egli scrive per la duecentesima volta la stessa cosa.

Ecco il tricket… primo insuccesso della linea che Pelli ha imposto: con Cassis lo accomuna il progetto di privatizzare completamente (siamo già a metà strada) tutto il sistema sanitario… Settimana scorsa ero in Romandia X la riunione di una importante Fondazione: presenti vari caporioni liberali.Tutti mi han detto “se il PLRT arrivava con un ticket Cassis/Sadis, noi quasi sicuramente non avremmo posto candidati” soggiungendo che anche loro pensavano che Sadis sarebbe stata eletta, nonostante l’opposizione di Pelli. Naturalmente si può dire come i capi PLRT mormorano che” i romandi non sono affidabili”. Ma che argomento è? Ridicolo.

Franco Cavalli

Che il 20 settembre arrivi presto perché… non se ne può più. Che tormento!