Il primo maggio comincerà ufficialmente la nuova era imperiale giapponese e questa mattina i cittadini hanno finalmente scoperto quale sarà il suo nome: Reiwa, ovvero  “ordine e armonia”. L’attuale imperatore Akihito abdicherà il 30 aprile 2019 e sul trono siederà il principe 57enne Naruhito.

La parola che rappresenterà la nuova era sostituirà l’attuale Heisei che invece significa “pace ovunque”. In Giappone è tradizione che con ogni nuovo imperatore cominci un periodo che rappresenta un vero e proprio calendario usato anche sui documenti ufficiali. Normalmente l’anno viene indicato con la prima lettera del nome dell’era e l’anno di regno dell’imperatore. Per esempio il 2019 è per adesso chiamato H31 (31esimo anno dell’era Heisei) ma non appena subentrerà Naruhito verrà ribattezzato R1.

La scelta del nome è tutt’altro che casuale. Deve innanzitutto essere composto da due caratteri tratti da testi classici della tradizione che devono formare una parola nuova, che non sia in uso né in Giappone né in Cina. La selezione della parola è stata affidata questa volta a un gruppo di nove esperti di cui ha fatto parte anche Shin’ya Yamanaka, premio Nobel per la medicina del 2012. Gli esperti devono valutare cinque alternative proposte da studiosi di letteratura e l’intero processo viene svolto in grande segretezza. L’evento è stato abbondantemente coperto dai media e seguito con grande interesse da tutta la nazione.

Il premier giapponese Shinzo Abe ha spiegato che Reiwa significa “nascita di una civilizzazione in cui regna un’armonia tra gli esseri, una primavera che arriva dopo l’inverno severo e segna l’inizio di un periodo che straborda di speranza” e ha aggiunto: “Proprio come i meravigliosi fiori di prugno in piena fioritura segnalano l’arrivo della primavera dopo il freddo pungente, ogni giapponese può ora sperare nel futuro e far sbocciare i propri fiori” . Il segretario di gabinetto Yoshihide Suga ha invece dichiarato: “Speriamo che il nome della nuova era sia ampiamente accettato e che si radichi profondamente nelle vite del popolo giapponese”.

Non è un caso se il premier ha fatto riferimento a un periodo di rinascita. L’era precedente, pur essendo iniziata con un boom economico e una crescente voglia di posizionare il Giappone ai primi posti nel campo della politica internazionale, e stata anche sinonimo di stagnazione e infine del disastro di Fukushima.